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lunedì 6 luglio 2020

UNA VERSIONE DARK DELL'ALICE DI LEWIS CARROLL

BUCANEVE NEL REGNO SOTTERRANEO

DI PAOLO FUMAGALLI
Img. Francesca Lucidi


INTRODUZIONE

Bucaneve nel Regno Sotterraneo è un libro di Paolo Fumagalli, pubblicato da Dark Zone Edizioni nell’aprile del 2018.

Bucaneve può considerarsi un racconto lungo: si svolge esclusivamente intorno a una misteriosa e oscura avventura vissuta dalla protagonista, a un solo nucleo narrativo.

Il tempo in cui si dipana la storia è indeterminato, e ciò contribuisce a contestualizzare il tutto in un ambiente fiabesco, dalle denotazioni mutate in senso schiettamente dark. L’autore accoglie il lettore con un’introduzione che comunica il punto di riferimento dell’intera narrazione: Alice nel Paese delle Meraviglie. Fumagalli è innanzitutto un fan, un amante appassionato delle “creature” di Lewis Carroll; e anche dell’immaginario dark contemporaneo firmato Tim Burton. Fumagalli riflette sulla versione di Alice proposta dal regista: il film non si presenta come una rilettura in chiave oscura della storia di Carroll, o del film Disney, ed è più un sequel autonomo che forse ha mancato le aspettative di Fumagalli.

L’autore di Bucaneve cerca di dare vita al suo desiderio creando una storia che possa partire da Alice per poi giungere in territori più spaventosi che “meravigliosi”; con un tocco, però, di ironia e assurdo… per non tradire gli spunti principali del modello originario.

Chi non ha letto Carroll può comunque godere del racconto di Fumagalli, cogliendone i tratti specifici che, a mio parere, sono i punti migliori del libro.

 

TRAMA

Bucaneve è una bimba costretta a letto da qualche tempo: è affetta da una misteriosa malattia che consuma energie e vitalità… e anche il colorito, che appare, ogni giorno, più evanescente e spettrale.

La piccola si consola grazie alle amorevoli letture della madre, che ogni sera la culla tra le storie di un libro ben preciso (evocato e non nominato). La stanza che racchiude questi momenti è sospesa tra il letto, i libri, uno specchio e la finestra.

Lo specchio sembra il triste monumento a una Bucaneve divenuta donna… che non sappiamo se potrà mai arrivare ad ammirare il suo riflesso. Il letto è protezione e prigione: Bucaneve cerca con tutte le forze di contrastare la sua debolezza e contempla l’orizzonte da una finestra le cui tende ogni sera vengono chiuse.

Una notte, però, quelle tende non vengono chiuse… Bucaneve si alza a fatica e inizia a contemplare i fantasmi dell’oscurità: immagini di alberi e contorni multiformi che diventano esseri fantastici.

Tra la finestra e lo specchio, a un certo punto, si crea una sorta di misteriosa connessione: piccoli riflessi (dati dalle stelle?) attirano la bimba presso la superficie riflettente. Rumori e inquietudini, strane luci e sentori senza nome. A un tratto lo spazio si dissolve per ricomporsi in qualcosa che Bucaneve non si sarebbe mai aspettato, e neanche il lettore.

La morte è la seconda protagonista del racconto: anche la piccola si interroga sulla relazione che intercorre tra la morte, il sonno e il sogno… e questi sono tre elementi che hanno grande considerazione, nel libro e nel “Regno”.

Bucaneve si trova a dover combattere per uscire da un luogo che riesce a identificare, più o meno, ma non riesce a capire come possa essere finita proprio lì. A quel punto, inizia il cammino della protagonista in luoghi tetri, neri e asfissianti. Tutto è confusione e stupore; tra animali parlanti e saccenti, tra foreste sconfinate e colori sempre vaghi nel loro cromatismo funereo.

Bucaneve è giunta, chissà perché, nel REGNO SOTTERRANEO. Lei si chiede cosa sia quello strano posto, e anche noi, leggendo, ci interroghiamo sulla natura del “trapasso” della bimba.

Tutto, lì, ha un significato, un aspetto e una velocità DIVERSI… rispetto al mondo “di sopra”.

La protagonista cerca di cogliere i sensi nascosti parlando con corvi, gatti che fingono di essere neri… e beh sì, anche cavalieri senza testa.

Come ogni regno ci sono un ordinamento, un ordine/disordine costituito, e dei governanti. Nel Regno Sotterraneo i cimiteri non sono un luogo silenzioso e le lapidi sono molto chiassose e chiacchierone; tutto ciò è ammesso ma GUAI a introdurre dei cani. I cani rosicchiano le ossa e di ossa è fatto qualcosa di veramente vitale per il Regno.

Bucaneve viene ben accolta da tutti, specialmente da due streghe mangiabambini, che le offrono una corroborante minestra rossastra. Con le streghe non si corre nessun pericolo: loro mangiano i bambini, ma solo quelli cattivi; e mai viene infranta questa regola.

Il percorso della protagonista trova una singolare evoluzione dall’incontro con il Becchino, e con il suo bizzarro caprone che un caprone non è. Proprio grazie a questo personaggio, Bucaneve verrà introdotta alla corte della Regina, la quale è una giocatrice accanita di PALLA MORTA. La partita, a cui tutto il Regno è invitato, sarà un’importante occasione di rivelazione: ciò non dall’evolversi della partita stessa ma dalle occasioni scaturite da una “palla” andata un po' troppo lontana, e da un tiro davvero pessimo.

Bucaneve chi troverà durante la sua ricerca?  E questo cosa comporterà nella narrazione?

Non è chiaro il perché la piccola si trovi lì e quale sia il senso di molte mutazioni che la piccola subisce durante la sua avventura. Le risposte non sono confortanti, o forse sì. Solo i cimiteri conoscono quelle risposte e ce le mostreranno.

 

ANALISI (E CONSIDERAZIONI)

La narrazione si divide tra il narratore onnipresente, e onnisciente, e i pensieri e i dialoghi che ruotano intorno a Bucaneve.

La passione di Fumagalli rende sovrapposti il narratore e l’autore; il tutto partendo da ciò di cui veniamo a conoscenza grazie all’introduzione. Il dichiarato materiale di partenza è riconoscibile, e crea l’ossatura generale della storia. Lo stile è razionale, pulito e ordinatissimo; ciò va a porsi dinanzi alla tempra dark e onirica dei contenuti. Significante e significato sono come un gatto nero che scrollandosi diventa bianco… anche se, forse, in questa questione di stile accade il contrario.

Il linguaggio del narratore è serio e al contempo appassionato; i modi di Bucaneve sono forse troppo simili a quelli del narratore… tanto che solo le indicazioni grafiche riescono a distinguere le due voci.

In questo caso credo che, probabilmente, la piccola sarebbe “emersa” in maniera più forte e peculiare con una costruzione del linguaggio connotata pensando a lei come ad altro rispetto a un autore adulto, razionale (anche se appassionato), e nel pieno delle forze. Non è il narratore che parla come il protagonista ma, qui, il protagonista parla e pensa in modo troppo simile al suo regista. 

Secondo me il racconto è adorabile e le ambientazioni sono fenomenali; è anche vero che, secondo me, è la veste editoriale a penalizzare il nobile intento iniziale. A mio parere, Bucaneve merita una Graphic Novel o per lo meno delle illustrazioni che possano accompagnare e colorare una storia che, in fin dei conti, è macabra e a volte anche molto triste. Questa scelta potrebbe aiutare anche nella maggiore centratura del target dichiarato (+7). La storia è per persone sensibili; ma questi animi inquieti e romantici, forse, verrebbero carezzati dalla narrazione per immagini che può alleggerire l’impatto e aiutare enormemente la figura della protagonista, e tutti i personaggi presentati.

I punti di maggior valore sono quelli che non hanno il marchio Carroll ma Fumagalli. L’incontro con le streghe è stato il momento di maggior piacere per la mia lettura. Le descrizioni, che sono il vero PUNTO FORTE di tutta la storia, sono adorabili; i personaggi hanno il loro spazio e lo occupano meravigliosamente.

Penso che le illustrazioni avrebbero permesso di affiancare e dare respiro a una narrazione che a volte vorremmo durasse un po' di più.

Alcuni hanno criticato il finale… io non vedo cosa possa esserci di assurdo in questa faccenda. Alla fine, si tratta di una fiaba macabra che si stiracchia e si lamenta in un sonno confuso… sicuramente quel finale chiamerebbe un seguito; e ciò renderebbe questo cerchio di parole e sale molto più purificante per gli amari avvenimenti.

L’autore deve credere nel suo solo immaginario, che ha le sue coerenze e le sue bellezze: non sarà Carroll ma alla fine ai curiosi interessa qualcosa di mai visto… a volte, almeno a me.

Io spero davvero che ci sarà una nuova edizione e una rivisitazione della storia; e che si possa pensare a un seguito.

Non vorrei Bucaneve morta (secondo voi lo è? LO SARÀ?).

Consiglio la lettura a chi vuole che le storie “diverse” abbiano voce. Probabilmente, pensandoci, non proporrei le complesse e multifocali macabre suggestioni della storia ai bambini di sette anni. Un giovane adulto dark, nerd, sensibile e curioso penso possa apprezzare questo libro a pieno.

Buona lettura!