Edito da Giunti nel 2020, RUBY E LA STORIA DI QUANDO
INCONTRÒ UNA PREOCCUPAZIONE è un albo illustrato di Tom Percival.
Tom Percival è nato il 10 marzo del 1977. Tom e la sua
immaginazione vivono a stretto contatto da sempre, come raccontato nel sito
ufficiale dell’artista. Disegna da quando è riuscito a tenere per la prima
volta in mano una matita e da tutta la vita inventa cose, e dichiara con
sicurezza che non ha nessuna intenzione di smettere… anche perché sembra che
ciò gli sia assolutamente impossibile.
L’albo ha grandi dimensioni e spicca subito per le
tonalità accese della copertina rigida. Il giallo è il colore predominante, ed
è accompagnato da piccoli toni di celeste che comprendono il titolo, un piccolo
essere di cui capiremo l’entità, e l’abito della protagonista che si presenta
in copertina con un’espressione tutt’altro che serena.
La storia è semplice ma tratta di un argomento
difficile: le preoccupazioni. Anche per un adulto, ogni giorno, è complicato
avere a che fare con questioni che ci assillano, che ci preoccupano e ci
mettono in ansia. Non sempre si riesce a identificarle e un senso di malessere
e smarrimento ci assale stancando la nostra vitalità. Se ciò succede per i
grandi, figuratevi quanto può diventare arduo spiegare, da parte nostra, tutta
questa spinosa questione ai più piccoli. I bambini hanno, però, dei vantaggi:
sono meno soggetti a interferenze esterne, sono individui ancora in costruzione
e mantengono una innata curiosità che permette alla comprensione di essere più
recettiva. Gli albi illustrati, specialmente quelli per l’infanzia, non si
perdono in troppe parole e comunicano sfruttando tutti i mezzi della narrazione
non solo verbale. Vivere è raccontare e raccontarsi, e lo facciamo in ogni
istante con il tono della voce, con la postura, anche con il modo di vestirci o
pettinarci. Il mondo della comunicazione studia tutti questi elementi, non solo
nel marketing ma anche nella psicologia. I colori hanno un ruolo comunicativo
molto forte, l’utilizzo dello spazio, osservato e spiegato dalla prossemica,
anche. Un albo non è una narrazione di poco conto: è straordinariamente vicino
a ciò che si vive ogni giorno, è un’espressione di tante manifestazioni di significato
che utilizziamo o percepiamo quotidianamente in modo più o meno conscio.
Voglio esaminare questo albo proprio esaltandone la
forza comunicativa.
LA TRAMA ATTRAVERSO SEGNI E SIGNIFICAZIONI
IL RUOLO DEI COLORI E DELLA PROSSEMICA
Ruby è una bimba serena che sta bene con sé stessa,
appare subito su uno spazio bianco. Il bianco è il colore della speranza, della
pace. Sapevate che esistono circa sessantasette tonalità di bianco? Beh,
diciamo che non è un colore scontato come si potrebbe pensare. Ruby appare in
uno spazio bianco privo di confini e ha gli occhi bene aperti, le braccia sono
spalancate e le sopracciglia sono rivolte verso l’alto: tutti elementi che
mostrano apertura verso il mondo. Andando avanti spicca la bimba che gioca, con
un forte alone giallo intorno: il giallo può essere interpretato come luce
solare, ma ciò non è espresso chiaramente. Il giallo è il colore dell’energia
positiva, ma specialmente dell’attività. In psicologia è il colore preferito
delle persone felici; è anche generalmente associato ai bambini.
I colori sono utilizzati dal marketing per veicolare
un determinato messaggio o “sentimento”, ma sono anche degli strumenti
attraverso i quali la psicologia ha tentato di sondare l’animo umano. Riguardo
a quest’ultima valenza non si può non citare il Test dei colori di
Luscher, ideato nel 1949 dallo psicologo Max Luscher: il test è costituito
da diverse tavole di colore e una di forme. Attraverso le sezioni che
racchiudono differenti tonalità di determinati colori, e anche una tavola con
otto colori determinati e determinanti, il metodo si propone di indagare il
paziente sotto molteplici punti di vista come l’umore o il mondo in cui vede,
percepisce e vive il mondo interno ed esterno. Ogni colore significa qualcosa,
e attraverso l’attenzione al cromatismo e alle pose assunte da Ruby si possono
cogliere tutti i livelli di significato che un “semplice” albo può sprigionare.
Dopo la presentazione del personaggio, un’apertura mostra
la Ruby che gioca. Ritroviamo ancora l’alone giallo dell’energia positiva,
vediamo i tranquillizzanti blu e verdi. Ad un certo punto qualcosa accade: un
altro spazio bianco, ma questa volta al centro un nuovo personaggio… una preoccupazione!
Ruby trova inaspettatamente una preoccupazione,
apparentemente piccola… e stranamente gialla. Ogni colore ha delle valenze
doppie, in negativo e in positivo: il giallo, oltre ad essere un colore
“felice”, può anche indicare conflitto. Ed ecco che l’energia positiva che
circondava Ruby diventa un personaggio meritevole di una pagina tutta sua, e ha
un’altra forma e valenza.
La piccola preoccupazione inizia a seguire Ruby
dappertutto. Possiamo osservare l’evoluzione di questo rapporto tramite la
prossemica. La prossemica fa parte della semiotica, la disciplina che studia i
segni con le loro significazioni. Un segno rimanda a qualcosa di altro… e nel
caso delle narrazioni attraverso diversi mezzi questo accade su più livelli. Il
termine inglese proxemics deriva da proximity (prossimità);
fu introdotto negli anni Sessanta dall’antropologo americano E. T. Hall, e
indica lo studio dello spazio e delle distanze, di come ci si muove e dispone
rispetto ad oggetti e persone. Questa realtà è determinata anche dal contesto
culturale. La territorialità è un meccanismo istintivo, e il nostro spazio
vitale, determinato in una specie di bolla non sferica dal diametro di circa un
metro, viene da noi gestito a seconda dello status personale o
dell’interlocutore, e a seconda delle situazioni. Vi sono diversi tipi di
“distanza”: una intima, riservata alle persone più strette (0-45cm); una
personale, riservata ad esempio agli amici (45-120cm); una sociale, più formale
(dal metro e mezzo ai tre metri e mezzo); una pubblica, nettamente superiore.
Quando si narra attraverso le illustrazioni le pose dei personaggi raccontano
storie e particolari.
La piccola preoccupazione all’inizio si trova a una distanza personale rispetto a Ruby, ma man mano che la bimba pone più attenzione alla preoccupazione ecco questa si avvicina invadendo lo spazio intimo della bimba. I colori mutano: il giallo resta solo addosso alla preoccupazione e tutto il mondo di Ruby diventa grigio: quest’ultimo è il colore dell’immobilità. La bimba si trova chiusa nel suo spazio intimo, ormai occupato dalla preoccupazione, che non ha volto, ma solo due occhi tondi e fissi e un grande sopracciglio orizzontale.
Ad un certo punto il grigio invade la stessa figura di Ruby: la
bimba e la preoccupazione diventano scure…
È interessante vedere come, pian piano, la postura
della bambina cambia: quando siede la schiena appare curva, il che indica ansia
e disagio.
Ad un certo punto qualcosa accade… e un incontro cambierà
radicalmente la brutta situazione di Ruby, portando anche un insegnamento per il
futuro.
In PNL (Programmazione Neurolinguistica) si pone molta
attenzione ai fattori comunicativi non verbali. Il rapport, ossia il
legame che si crea tra due persone, può essere facilitato o meglio compreso attraverso
l’osservazione di ciò che fa l’altro, e soprattutto su come lo fa. Avete mai
notato che spesso una coppia di amici o di fidanzati… usa la stessa gestualità
o lo stesso tono di voce? Non è semplice scimmiottamento ma è l’effetto del
rapport. Il rispecchiamento è questo fenomeno che possiamo osservare:
può essere inconscio, ma anche conscio, ossia sfruttato per entrare in sintonia
con l’altro. Se una persona parla in genere con un tono basso potrebbe
avvertire del disagio se noi ci ostiniamo a parlare con un tono alto. Ruby si
troverà proprio davanti a uno specchio, anzi a un bambino. Nel nuovo
personaggio possiamo trovare le stesse pose che la bimba mostrava nelle tavole
precedenti. Attraverso la creazione del rapporto con il nuovo amico, riuscirà
in primis a comprendere l’altro, e poi a comprendere sé stessa. E tutto questo
accade ogni giorno, a tutti noi. Un contatto visivo tra due bambini dà inizio a
un meccanismo di comprensione che segnerà il destino della preoccupazione.
Aprirsi può essere rischioso… ma anche
meravigliosamente curativo.
Citando la filosofa e insegnate di pedagogia Luigina
Mortari: “Vivere significa azzardare!”.
Questo albo per i piccoli credo che sia un ricco manifesto di comunicazione, e un valido aiuto per parlare a sé stessi delle proprie ansie, in modo proattivo, giocoso e semplice. Non è sempre necessario complicare le cose per accedere a significati importanti.
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Grazie e buona lettura!