Visualizzazione post con etichetta CONSIGLI DA SDILINQUIRSI 2023: LETTERA DI UNA SCONOSCIUTA di Stefan Zweig. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta CONSIGLI DA SDILINQUIRSI 2023: LETTERA DI UNA SCONOSCIUTA di Stefan Zweig. Mostra tutti i post

giovedì 8 giugno 2023

LETTERA DI UNA SCONOSCIUTA

 di 
STEFAN ZWEIG

LETTERA DI UNA SCONOSCIUTA di Stefan Zweig
Ph Francesca Lucidi

  • Anno di Pubblicazione 2014 (1°1922)
  • Editrice Garzanti
  • Formato Ebook
  • Link all’acquisto per tutte le edizioni in commercio QUI

L’AUTORE

Per la biografia di Stefan Zweig si rimanda a un precedente post. CLICCA QUI per leggerla. 

PERFETTO PER chi ha amato in silenzio e da lontano, e per chi si è accorto tardi di essere stato amato. 

ADATTO PER riflettere sui rimpianti, sulle avventure romantiche; sul significato degli incontri con il prossimo e sulla memoria.


CENNI SULLA TRAMA E RIFLESSIONI

Ricordi che non ricordano per persone che non si “incontrano” 

“Come uno sfarfallio di una pietra che luccica inconsistente nel fondo di un torrente.

Ombre si affacciavano nella sua memoria per poi di nuovo dileguarsi, senza prendere forma in un’immagine. Sentiva di avere dei ricordi, ma non ricordava nulla.”

Vivendo, troppo spesso, ci si distrae dalla vita. La memoria degli eventi, delle persone incontrate è l’appiglio a cui cerca di aggrapparsi il senso di un vissuto; il luogo dove possono imprimersi durevolmente i numerosi profili degli anni sfiorati passandovi attraverso. È impossibile percorrere le giornate, le strade, senza incontrare gli altri; si potrebbe impazzire pensando a come si è toccato chi su di noi ha poggiato uno sguardo, una fantasia, un’aspettativa. 

“Non c’è nulla di più terribile dell’essere soli in mezzo alla gente.”

Ma cosa è davvero la solitudine? Essere dimenticati, o essere sempre stati invisibili al vedere autentico altrui è la tomba definitiva, quella che si ricopre di rovi e viene risucchiata nella terra dell’oblio. Incontrare il prossimo, essere visti, arrivare alla memoria e trovarvi ricovero: la sopravvivenza oltre la morte può essere solo nell’incorporeità di un ricordo garantito dall’unione di vissuti che si sono riconosciuti, e poi conosciuti fino creare tracce che sanno rimanere sospese oltre la caducità del tempo, del corpo, della carne che soffre o che ama.

I fiori su una tomba cosa sono se non il segno che vuole far mantenere una reminiscenza, e altresì un souvenir macabro che si deteriora troppo presto. 

Una tomba già riempita, troppo presto; un’altra vuota, in attesa, notata troppo tardi solo nel momento in cui è ora di deporvi il contenuto. 

Un famoso scrittore torna a casa dopo tre giorni in montagna. Una quotidianità comoda e distratta, calzata con superficiale sicurezza, piacere, leggerezza; senza pensare troppo così che ogni cosa non abbia il tempo di imprimersi nella mente. Una lettera anonima, aperta con gesti generici, una scrittura femminile, un contenuto troppo lungo che potrebbe dover sforzare la mente verso stimoli pericolosi, che rischiano di rendere quelle parole degne di un tempo necessario che può aprire le scomode stanze della memoria. Lo scrittore conosce l’abilità del leggere a lungo, lo testimoniano i volumi in più lingue che riempiono lo studio; una lettera, però, ha un destinatario preciso, chiede una responsabilità diversa a chi ne viene coinvolto direttamente. 

Una innocente curiosità che male può fare… perché non sbirciare in quelle righe per giocare a sorprendere l’anonimato del mittente sul fatto. 

Lo scrittore, però, si accorge subito che quella lettura avrebbe sconvolto la sua vita, ormai era troppo tardi. 

Una donna scrive una lunga missiva, in occasione della morte del suo bambino. Sente anch’ella i brividi della malattia, ed il momento è giusto: confessare un amore disperato, perpetuo, segreto, all’uomo oggetto del suo desiderio da quando era bambina. Tra le pagine il racconto di una vita: dall’infanzia all’età adulta, il peregrinare attraverso luoghi ed eventi con l’unico scopo di amare, desiderare; poi essere vista, riconosciuta. L’innocenza giace con delle candele intorno e le mani giunte, mentre gli altri paiono tutti colpevoli. Un’abnegazione cieca, un fanatismo romantico, un’idealizzazione folle: la sconosciuta ha conosciuto solo l’attesa, la nevrosi di un desiderio che ha avuto anche la sfortuna dell’illusione del compimento. L’attenzione per l’altro che diventa intrusività, imposizione, violenza. Alla disattenzione non è concessa alcuna ingenuità, perché a nessuno è permesso di non accorgersi di un simile. Un “macello di vergogna” che restituisce solo i resti di chi ha vissuto fino a consumarsi, sperperandosi, negli opposti di atteggiamenti diversi nella forma ma tragicamente simili nella sostanza. Amare troppo, pazzamente, o non amare affatto: energie che si estinguono in fiammate gemelle che bruciano tutto ciò che è nei dintorni. 

Chi ama ha diritto di tacere un amore? Chi non ama ha colpe di fronte al non aver avuto la cosciente facoltà di ricambiare? Il segreto può diventare menzogna, la leggerezza offesa, la distrazione un’azione criminosa e fatale.

Zweig pone di nuovo la luce negli angoli oscuri dove si celano individui eccezionali perché figli della disperazione dell’eccesso. L’umanità mostrata in modo autentico, perché non edulcorata o filtrata dalla rappresentazione “giusta” della realtà. Diversità, anomalie: personaggi estremamente eccessivi, veri e vividi, che si scontrano con simili sentiti come specie estranee perché superficialmente tiepidi e istituzionalmente sani. La comunicazione impossibile tra il linguaggio del salubre ordinario e il codice indecifrabile degli outsider. 

Una storia tragica, un racconto che è stato portato avanti con cieca volontà e che riacquista la focalizzazione nel momento in cui non è più possibile un finale differente: così da anelare al controllo, a tutti i costi.

Zweig riporta ancora al valore della profondità dell’approccio al prossimo, alle responsabilità di essere persone. Nessuno può slegarsi da tutti gli altri. L’eco lontano di una musica canta una marcia funebre per tutto ciò che nella dimenticanza perde per sempre davanti alla mortalità. 

Molti segreti saranno svelati in quella lettera, e forse si narra un intreccio potenzialmente probabile per chiunque. 

CITAZIONE SCELTA PER VOI

“Il volto di una ragazza, di una donna, deve essere una cosa estremamente mutevole per un uomo, perché è quasi sempre solo un riflesso, ora di passione, ora di candore fanciullesco, ora di stanchezza, e svanisce in fretta come un’immagine allo specchio.”

Se volete acquistare questo volume, o scoprirne altri dello stesso autore, basta cliccare QUI: grazie alla mia affiliazione con Amazon si aprirà la pagina dedicata nello shop. Se acquisterete tramite il mio link potrete permettere al Penny Blood Blog di ottenere delle monete virtuali, fornite da Amazon, da investire in altri volumi sui quali discorrere insieme!