mercoledì 3 gennaio 2024

MENTRE ASPETTI LA CIOCCOLATA

DI 

MICHIKO AOYAMA

  • Anno di Pubblicazione 2023
  • Edizione 1° 2017
  • Editrice Garzanti
  • Lunghezza 133 pagine
  • Prezzo di copertina 16 euro
  • LINK ALL’ACQUISTO QUI

DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE

“Avvolti dal profumo della cioccolata che pervade il locale, tutti ragionano sulla propria vita. Sui rimpianti e i rimorsi. Sulle cose non dette e su quelle dette troppo velocemente. Sulle paure e sulle scelte. Perché grazie al caldo abbraccio di una bevanda, in un locale diverso da tutti gli altri, si può ancora sperare che il domani sia migliore e che il colore torni a illuminare un’anima ingrigita dal tempo.”

L’AUTRICE

Vive a Yokohama, classe 1970, dopo la laurea lavora in Australia come giornalista. Tornata in Giappone intraprende la carriera di editor e scrittrice. La sua pubblicazione precedente, dal titolo FINCHÈ NON APRIRAI QUEL LIBRO, ha conquistato i lettori di tutto il mondo scalando le classifiche.

FERMATI. RICORDI CHI SEI?

Il posto che ci piace ci fa sentire meglio

Un volume diviso in due emisferi, tra di essi complementari, legati da forze gravitazionali che attraggono persone, pensieri, talenti. Tokyo e Sydney, due città lontane, due primavere che si mostrano leggiadre in mesi diversi. Si contano diversamente le stagioni, ma la somma di stupore è la medesima dinanzi al ciliegio o alla Jacaranda in fiore. Ogni capitolo un colore, di cose davvero di poco conto si potrebbe pensare. Ma il giallo di un uovo sbattuto è cosa assai seria per una madre manager che sente il peso dell’inadeguatezza come “donna”; il verde di un’artista che disegna solo verde, troppo verde… ma non potrebbe essere altrimenti. Il grigio di una chioma che di primavere ne ha ammirate molte; la magia turchese di una “strega” e soprattutto il marrone caldo di una tazza di cioccolata: dove sensazioni tattili, olfattive e visive pretendono il loro momento.

 L’ansia degli adulti, la purezza dei bambini; il giudizio della maturità e il rinunciatario passo della responsabilità; poi finalmente il volere di più facendo di meno ma facendolo diversamente. Partire, cambiare, osare. Sbagliare… e una goccia di cioccolato cade su un foglio e forma un cuoricino: adorabile guaio.

Guardarsi da opposte direzioni, è proprio così che in queste pagine scatta la magia della vera esperienza: gli insegnamenti dell’ascoltare, dell’osservare, del fare qualcosa di molto piccolo che nel contesto della comunione profonda dell’esistenza muove gli eventi e rimescola ciò che pare già deciso solo perché stretto tra le righe di profezie che si autoavverano, per paura, noia, presunzione, giudizio. Poi una catena di nuove idee stuzzica ritrovata passione, un amore libero per sé stessi e gli altri. Perché il vero amore può essere solamente libero.

«L’amore eterno… è difficile da ottenere?»

«Si. È molto difficile ma, allo stesso tempo, molto facile. Decidere di amare è diverso da amare davvero. L’amore, di per sé, è un sentimento estremamente libero.»

Caro lettore, e in quel “Mentre” c’è ciò che cercavi. 

«Viviamo senza neanche sapere cosa succederà tra un secondo. Accadranno avvenimenti aldilà della nostra volontà e non potremo fermarli. In quei momenti, un’ansia incontrollabile ci farà scrivere degli scenari spaventosi. Anche se è la nostra storia, ci sentiremo minacciati da un futuro che ci sembra imposto, già deciso per noi. 

In realtà però, non è così. L’unica cosa che esiste, qui e ora, siamo io che sto respirando, e Mako, che sta ridendo, e i ciliegi in fiore.»

 L’autostima chiede solo quel sorso di dolcezza, quel momento per prendere fiato e ammirarsi, parlarsi gentilmente. 

Il Marble Cafè sta in disparte, e il posto giusto è proprio quello. 

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domenica 3 dicembre 2023

LA LUCE CHE C'È DENTRO LE PERSONE

 DI

 BANANA YOSHIMOTO 

  • Anno di Pubblicazione 2022
  • Edizione ZOOM FLASH 2011
  • Racconto tratto da RICORDI DI UN VICOLO CIECO
  • Editrice Feltrinelli
  • Lunghezza ebook 21 pagine
  • Prezzo ebook 0,99€
  • Gratis con Amazon KindleUnlimited
  • LINK ALL'ACQUISTO QUI

DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE

“Un'amicizia infantile che segnerà tutta una vita, una riflessione sulle misteriose luci interiori che ci affratellano e ci rendono diversi.”

L’AUTRICE

Per la biografia di Banana Yoshimoto rimandiamo a una recensione precedente: per leggerla clicca QUI.

CI BASTA ACCENDERE LA LUCE?

Un breve racconto, una enorme verità niente affatto scontata

<<No, secondo me è la luce che c’è dentro le persone nelle case che dà una sensazione di allegria e di calore perché si riflette fuori. Infatti spesso ci si sente tristi anche quando le luci sono accese.>>

I pretesti metaletterari sono un elemento che troverete spesso tra le taglienti ma zuccherose e soddisfacenti righe di Banana Yoshimoto. Spesso, i protagonisti delle vicende scrivono, e raramente si mantengono con ciò. L’autrice scende in campo celata, perde il nome per accomunarsi agli altri esseri umani, così il lettore non può fare altro che sentire una agognata e rara rassicurante fratellanza. La scrittura come strumento di individualità ma anche come perdita del peso di una identità che a volte serve lasciare andare per ricostruirsi. Cosa c’è sotto il nome e lo stile del vestire… e il titolo? Una luce. Però non tutti possono scaldarvisi, anche se ci sono tante luci quante sono le anime. Vi anticipo... consuete, umane, ansiose elucubrazioni; badate bene, il consumo è gratis, e più te ne servi e più ne doni... più sei ricco. Parrebbe un bellissimo affare. 

Ma la vita purtroppo non è sempre giusta. E tante cose accadono senza un’apparente giustizia. 

La narratrice ci accompagna attraverso un suo ricordo di infanzia. Lei che tentenna e pare sperperare tempo, quando invece grazie al suo modo di percepire le cose, abbandonandosi ad esse, riesce a proiettare luce su ogni cosa. Beato e dolce “perdere tempo”: 

<<Mi resi conto che se anziché considerare i gusti e le ossessioni individuali come qualcosa di morboso, si provava a esplorarli, le tensioni gradualmente si scioglievano.>>

Le apparenze, le belle case con le luci accese. Il ricordo di un bambino: Makoto. 

La vita può farci incontrare molte persone straordinarie, e vivere noi stessi panni straordinari. Basta saper vedere e sentire la luce, quella giusta. Mollare, per abbracciare l'autentico. Dolore e leggerezza: il binomio tipico dell’autrice. 

Non mancano, come sempre, momenti di intimità tra affetti sinceri e gustosi spuntini. C’è sovente qualcuno che cucina nei libri della Yoshimoto. Nutrire, nutrirsi e condividere: forse più di semplici intermezzi narrativi. 

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domenica 26 novembre 2023

LE STRANE STORIE DI FUKIAGE

 DI 

BANANA YOSHIMOTO 

  • Anno di Pubblicazione 2022
  • Edizione 1° pub 2017
  • Editrice Feltrinelli
  • Lunghezza stampa 158 pagine
  • Prezzo edizione cartacea 14,50€
  • LINK ALL’ACQUISTO QUI

DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE

“Mimi e Kodachi sono due sorelle gemelle cresciute nella cittadina di Fukiage. […]All’improvviso Kodachi sparisce nel nulla. Mimi va a cercarla e torna a Fukiage, dove incontra personaggi misteriosi e scopre verità e leggende bizzarre sulla propria famiglia e su se stessa. […] Una storia di amore e di sofferenza, di solitudine e spaesamento. Una riflessione sui sentimenti e sulla necessità di innescare il cambiamento che può trasformarci nella versione migliore di noi stessi.”

L’AUTRICE

Per la biografia di Banana Yoshimoto rimandiamo a una recensione precedente: per leggerla clicca QUI.

UNA FIABA CHE È VITA REALE, E VICEVERSA

Cenni alla trama, suggestioni e “suggerimenti” di vita

“Ma a lungo andare sarei morta dentro, e quando si è morti dentro prima o poi si comincia a marcire. Tutto ciò che avrei finto di non vedere si sarebbe accumulato come foglie imputridite mescolate al terriccio.”

˜

“Il mondo era tutto lì, e ce l’avevo davanti agli occhi.”

Mimi e Kodachi sono due gemelle eterozigote: una più disordinata, meno femminile ad un primo sguardo, e ansiosa… estremamente tranquilla ma perché come sospesa; l’altra parsimoniosa, bella di una bellezza semplice ed elegante, nei suoi abiti cuciti da sé e in una enigmatica freddezza determinata, ma mai distaccata… e scomparsa. Mimi deve lasciare Tokyo, dove ormai viveva con Kodachi in un piccolo appartamento e in una quotidianità fatta di cose semplici e rituali confortanti: sua sorella non si fa più sentire, da quando è tornata a Fukiage.

Il posto dove sono nate e cresciute Mimi lo ha lasciato in un angolo, della propria vita e della propria mente. Ora deve tornare, e tutto il faticoso ordine instabile dei suoi pensieri riceverà uno scossone. Come sempre accade, se i pensieri cambiano le emozioni mutano. 

Fukiage è un luogo che per Mimi significa storie paurose, morte. Dieci anni prima i genitori delle due sorelle avevano avuto un misterioso incidente: il papà morì e la mamma da allora giace in coma, che è però uno strano sonno, il quale non sembra avere nulla di “umano”. Mimi era contenta della fuga a Tokyo, se non fosse per un senso di colpa che ella aveva scaraventato a tremare nello stesso angolo della testa dove l’immagine di Fukiage era diventata via via più spaventosa. 

˜Apparentemente una storia verosimile, dei dolori comuni e delle tragedie normalmente adatte a una qualsiasi pagina di giornale. Apparentemente…

Da quanto Mimi torna in quel luogo che faceva finta di non vedere, cosa ben lontana dall’accettazione consapevole, ogni incontro e ogni posto si fa da principio fiaba e poi simbolo. Una famiglia “adottiva” ricca di amore e valori, quando il ricordo era invece stato fino a quel momento solo contornato di disagio; paesaggi vivi e sublimi; leggende oscure che divengono, durante il percorso esterno ed interno, affascinanti perché la storia stessa di Mimi e Kodachi se ne mostra come una parte. 

Castelli e antiche dinastie, un portale per un mondo altro e oltre, forse “alieni” abitanti e con attività commerciali di tutto rispetto. Tra un’atavica malattia del sonno e ricordi che reclamano attenzione, Mimi deve salvare sua sorella, sua mamma e se stessa. Ma gli addendi di questa serie si scambieranno per un risultato che coinvolgerà il lettore, chiamato via via a risvegliarsi in questa storia fantastica fino al reale più concreto. Una riflessione sul significato di una felicità autentica; l’aiuto per uscire dal senso di colpa, e fronteggiare a meno nude la paura. Nella Casa dell’arcobaleno le indovine parleranno chiaro: se non si hanno i problemi giusti e la vita non è in linea con l’arcobaleno le risposte non possono esistere. Il dolore è un filtro che oscura la vista, l’ansia è un macigno che pesa sul cuore. Banana Yoshimoto intesse perfettamente i suoi elementi tipici: senso della famiglia, sapori e ricette di cibi e tradizioni, gesti minimi e relazioni che dal piccolo si estendono in un universale potere di cambiamento. Se la Bella e la Bestia possono includere una storia di fantascienza, e il lucidare una tomba può significare tornare alla vita… ogni contraddizione e assurdità qui aspettano solo di completarsi in un cerchio perfetto che non finisce mai: perché nel sonno vi è lucidità e nella veglia può esserci l’oscurità di una profonda cecità.

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Il lettore inizierà in una storiella avvincente, soffice, e ne uscirà poi sorprendentemente migliorato. Ma ricordate… solo con le domande giuste. 

“La vita è breve e ci si deve rialzare, e si deve essere pronti a carpire ogni segnale, come animali selvatici.”


martedì 31 ottobre 2023

LE STREGHE

 DI 
PAOLO PREVEDONI 

  • Anno di Pubblicazione 2018 
  • Editrice Bibliotheka Edizioni
  • Lunghezza stampa 328 pagine
  • Prezzo edizione cartacea 15,20€
  • Prezzo Ebook 4,99€
  • LINK ALL’ACQUISTO QUI

DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE

“Le streghe esistono, e si svegliano al calar delle tenebre. Questo è quello che si racconta a Bellula, un piccolo borgo del Monferrato dove i bambini scompaiono nel nulla. Gli abitanti del paese sono convinti che le sparizioni siano legate ad una strega leggendaria, che da quelle parti chiamano la Masca. Dicono che si nasconda in un bosco, accanto ad una vecchia chiesa sconsacrata che fu teatro di un orribile crimine, commesso dall'inquisizione romana secoli addietro. Una leggenda, appunto. O forse no? Tre uomini, convocati a Bellula da uno studioso deciso a far luce sul mistero, si metteranno sulle tracce della fantomatica Masca, in cerca della verità.” 

L’AUTORE

Paolo Prevedoni nasce ad Alessandria, nel 1981. Fan Estremo di Stephen King, Dylan Dog e dei Nirvana, è anche un consumatore compulsivo di film horror di serie B. Vive e lavora in una cittadina della provincia Padana, fuma Chesterfield e non mangia carne.

Ha esordito nel 2017 con Una storia d’orrore italiana, pubblicato da Bibliotheka Edizioni. Le Streghe è il suo secondo romanzo. 

NON PUOI GUARDARE

“Il Grande Dubbio. Il Forse. Forse i fantasmi esistono. Forse i vampiri esistono. E forse anche le streghe.”

LA TRAMA

Belulla, un paese di neanche cinquecento anime semplici, non ben vestite, non particolarmente istruite, non davvero così contente dei turisti attirati da nomi suggestivi di posti che avocano il passaggio o il ricovero di diavoli e streghe. Sì, tra le colline del Monferrato c’è un piccolo nido di case fatte di mattoni, dove tutti credono fermamente all’esistenza della Masca, dell’Ombra. Decine di bambini sono scomparsi, solo due corpi ritrovati. Negare? No, nossignore. Se non hai paura della strega lei ti segnerà, lei ti troverà, lei ti mangerà.

Qualcuno è molto ansioso di raccontare di averla vista davvero, la casa della Masca: con i mattoni neri e le croci sui muri. Ma tutti sanno che non devi entrare nel bosco vicino alla vecchia chiesa. Tredici streghe furono messe al rogo dall’Inquisizione Romana, solo dodici corpi furono ritrovati carbonizzati tra la cenere. 

Sulle scale di una grande casa due grossi cani sono corsi a un richiamo. I gatti hanno già capito tutto. Tre persone sono state invitate: Morgan Villa, il sedicente investigatore dell’ignoto dalla fama eccessiva e dalla scarsa etica, almeno così dicono gli invidiosi. Dante Lamberti, colui che degli spiriti è incubo o fratello. Alessandro Bosco, il fotografo di moda che ha perso il senso della lucidità tanti anni prima, e ingoia pillole per sopportare il peso della paura… ma di cosa ha paura? 

Solo due corpi furono ritrovati, quelli dei piccoli Sandrino Barberi e Leonardo Bosco. 

“Tre elementi, racchiusi nel cuore di tre persone, erano necessari: la paura, la rabbia e la menzogna.”

VIENI A DARE UNO SGUARDO, PIÙ VICINO…

Pagine e pagine di supposizioni che il lettore dovrà inghiottire, tra caffè disgustosi e biscotti induriti dal tempo dilatato dell’isolamento in cui si chiudono gli abitanti di Belulla. Ansia, cinismo, rifiuto; sguardi immobili di biglie di vetro che sostituiscono occhi. Cadaveri di animali tra uomini e donne sospesi in una paura senza volto: un’Ombra. 

“La paura sposta gli equilibri.”

Ogni personaggio ha il suo linguaggio, e il proprio repertorio di pose stereotipate… per nascondere cosa? Tutto è palpabile, in un’atmosfera rarefatta di pioggia, umidità, foschie antiche. Tutto è ben congeniato, dentro e fuori le pagine. La lettura scorre spinta dalla corsa verso qualcosa, o via da qualcos’altro. L’autore trasuda le sue dichiarate passioni: gli orrori del quotidiano che non hanno sempre l’alibi del soprannaturale a giustificarne l’infamia; la piccola provincia superstiziosa e il folklore che non resta storia raccontata ma semina morte reale, disperazione senza consolazione alcuna. Mai, però, gli insegnamenti del maestro Stephen King sono pura imitazione; mai l’ironia e gli schizzi di sangue replicano meramente l’immaginario di Dylan Dog: è una storia che tristemente evoca una cronaca nera fin troppo vicina, e infestante le nostre città. Chiunque può raccontare quella “cosa” di cui si parla a bassa voce; Paolo Prevedoni, però, ti porta dentro, ti fa sperimentare immaginari da incubo e realtà accadute o che potrebbero accadere, con eccezionale personalità e sapiente controllo. Ho ripensato al delitto della piccola “Biancaneve di Balsorano”, ho avuto in testa le terribili parole delle “Bestie di Satana”. 

Nessuno si pentirà di aver letto questa storia, o se ne pentiranno tutti. 

Il massimo dei voti per un libro che credo sarà solo il primo dell’autore accolto nella mia libreria. 

Buona lettura. 

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martedì 24 ottobre 2023

ROOM N.3

di

VALERIA DE LUCA

  •  Anno di Pubblicazione 2019
  • Editrice Autopubblicazione
  • Lunghezza stampa 224 pagine
  • Prezzo edizione cartacea 9,36€
  • Prezzo Ebook 1,99€
  • LINK ALL’ACQUISTO QUI

DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE

“Fatti strani sono accaduti nella Room n.3 situata al 1° piano del Looser Hotel. Si narra che una donna di nome Melinda, dai capelli argentei e i canini affilati, dimori all'interno della stanza. Chiunque abbia messo piede all'interno della Room n.3 è scomparso nel nulla.Alma D'Aleo, una scrittrice di romanzi paranormali, viene subito attratta da questa storia e decide di alloggiare all'interno della stanza maledetta. La Room n.3 rivelerà tanti segreti e misteri alla scrittrice. Una guerra tra il bene e il male, pronta a svolgersi su altre dimensioni e piani astrali.” 

NOTA

Valeria De Luca è una prolifica scrittrice indipendente, che spazia tra vari generi… imparentati dalla facoltà di provocare lo sfarfallio nello stomaco dei lettori: Dark Romace, Horror, Paranormal Romance, Horror, Dark Fantasy. Il fascino gotico vi aspetta nella sua vasta produzione. Ogni volume è disponibile su Amazon: alla fine di questo contenuto troverete il link per accedere alla pagina d’acquisto dei libri dell’autrice. 

Per ulteriori curiosità potete cercarla su tutti i social, sono certa che per voi sarà un piacere conoscerla. 

DOCUMENTI PREGO, PER PRENOTARE UN VIAGGIO DRITTO VERSO L’ORRORE

“I demoni non sono più esclusivi abitanti di rovine. Hanno capito che questa civiltà è tutta un immenso brulicare di rovine, perché riflette l’uomo nella sua integrità di male.”

Guido Ceronetti

Alma D’Aleo è una scrittrice di romanzi sul paranormale. Essa stessa sembra uno spettro che fa fatica a farsi notare tra la gente. Capelli biondo cenere, cardigan informi; biblioteche come sfondo della sua vita e niente di particolarmente femminile o attraente da scorgere sulla sua figura. Basta uno specchio per far notare ad Alma quanto sia ordinaria, tiepida. Basta un altro tipo di specchio, però, per disconfermare tutto ciò. 

Ogni cosa ha due poli, e questa storia esprime in modo accattivante e gustoso come le apparenze sono solo sottili strati di polvere: effimere. 

Alma non ha dubbi: per andare a fondo al suo progetto di scrittura sui misteri di Torino, deve soggiornare al Looser Hotel. La camera numero 3, sì, è lì che le persone scompaiono senza lasciare traccia. Una donna, lunghi canini: un mostro? Probabile sia solo l’ennesima storiella infarcita di sciocchezze. 

Basta chiudere dietro di voi una porta, scorgere appena una bella stanza, un accogliente letto a baldacchino, e non sarete mai più liberi. Alma si troverà immediatamente in un orrore reale, assassino, spietato, carnale. Ogni suo senso verrà straziato, lacerato; e la sua carne proverà indicibili violazioni… ma anche proibiti e impronunciabili piaceri. Sì, la storia è intensa, hardcore e spietata, ma fa anche godere grazie a uno stile scorrevole e a stralci erotici degni di un creatore fiero del suo piglio deciso, e perverso. 

La storia non è lunga, ma è assolutamente giusta: misurata nel suo svolgimento che non abbandona mai il lettore, imprigionato da subito nella camera numero 3, nella dimensione morbosa di Melinda, nello spazio maledetto nascosto tra le sottili mura del mondo mortale. Non mancano sentimenti positivi e rigeneranti: il risveglio della carne, lo scuotimento fisico ed intimo, la compassione; il coraggio spinto oltre ogni limite fisico e psicologico. Alma si rivelerà tutt’altro che banale. Non sarete i soli a notarlo… Amos, l’uomo con il cilindro, ha gli occhi sui seni di Alma, e sul profilo candido, femmineo e bipolare della sua anima. 

Lettura consigliata. Sono certa che alcune parti avrete piacere di rileggerle, quando nessuno vi guarda. 

 PACE E AMORE, E AMOS SMIRNOV, per il quale ormai "sto sotto", ma magari gli concederei solo una piccola avventura: perché? LEGGETE IL LIBRO.

Lo stesso Amos è presente come protagonista in un altro lavoro di Valeria De Luca: il racconto L’UOMO CON IL CILINDRO.  

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mercoledì 18 ottobre 2023

LA CASA DEI FANTASMI

 DI
BANANA YOSHIMOTO

Ph Francesca Lucidi

  • Anno di Pubblicazione dicembre 2014
  • Data prima pubblicazione 2003
  • Editrice Giangiacomo Feltrinelli
  • Collana ZOOM Flash
  • TRATTO DA Ricordi di un vicolo cieco
  • LINK ALL’ACQUISTO QUI
  • Pagine 46 (versione digitale)
  • PREZZO EBOOK 0,99€
  • Gratis con KindleUnlimited

DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE

“Un destino comune unisce la giovane Setchan a Iwakura. Sono entrambi destinati a ereditare gli esercizi dei loro genitori. […] Finché le loro vite prendono una piega inaspettata, quando nel nuovo appartamento di Iwakura appaiono due placidi fantasmi.” 

L’AUTORE

Per notizie sull’autrice CLICCA QUI; tornerete ad uno nostro vecchio post. 

L’ETERNITÀ È UN BUON SAPORE

“STRANAMENTE IL TEMPO SCORREVA IN UN MODO MISTERIOSO.

 NON TORNAVA INDIETRO NÉ SI ERA FERMATO. SI ERA SOLO GRADUALMENTE DILATATO ED ESPANSO. IN QUELLA LUCE SI ESTESE FINO A TOCCARE IL CIELO E, CONTINUANDO AD AVVOLGERCI, DIVENNE ETERNO”.

Il tempo si umanizza… e le persone si dilatano fino a scivolare aldilà della carne, non negandone mai la sostanza e le “divine” proprietà sensoriali, primordiali, specificatamente mortali. 

Due ragazzi, due individui che hanno le loro vite limitate dalla, appunto, mortalità. Essi scoprono la porta del tempo, la stanza che non si chiude mai, l’energia che non si cela a chi sa incanalarsi in quel Tutto così caro alle filosofie orientali, ma che in realtà è ben più umile nella sua semplice e benevola natura.

Due ragazzi che studiano, due persone che sentono le responsabilità familiari, e tengono nelle tasche sani valori con cui pagare il prezzo di ogni giornata passata tra gli altri simili. 

Quel senso di quotidianità tipicamente giapponese, fatto di minuti gesti, assenza di sensazionalismo. Ma è proprio in un chicco di riso e nel guscio di un uovo che ci si sente tranquilli, che ci si calma leggendo di vite normali che però ci distaccano dalla consueta moderna dissociazione per radicalizzarci su un terreno di cui si avverte la sostanza. Cucine avvolte da vapori gustosi, anziani che fanno ginnastica, amanti che si uniscono in un amplesso che ha la giustezza dell’assenza totale di programmazione, performance, giudizio. 

Tra le righe ci troviamo a gustare del paradosso letterario giapponese: dove il senso profondo del valore non ha mai come conseguenza la rinnegazione del piacere, la demonizzazione di quella energia passionale che gode di un’omelette come di un incontro erotico. 

Non è una storia di paura, è una storia di famiglia, d’amore, di pasti preparati con meticolosa attenzione. 

Si passa dal parlare di giorni fino al trascorrere di anni. Ma ogni cosa trova il suo posto, ogni elemento non conosce fine. 


Meravigliose le suggestioni erotiche. Scioccanti e piacevolmente invadenti le immagini di unioni intime. Deliziosi i sapori che l’autrice dosa con sapienza. Rilassante lo stile diaristico che diventa poi come orecchi e occhi invisibili che si insinuano tra le strade, le stanze. Racconto e dialogo; presente e futuro; vivi e morti. 

Pregevole l’idea di mettere a disposizione del lettore racconti singoli, tratti dalle proprie raccolte. Economico, smart: geniale per chi è vittima del tempo e vuole recuperare il piacere del distacco, non caratterizzato però dalla spinta della sottomissione agli impegni che reclamano sempre più vita. 

AVVERTENZA: la copertina (inutilmente cozy cozy cute)… è fuorviante.

CITAZIONI SCELTE PER VOI

“CERCO SEMPRE DI NON DIMENTICARE CHE QUELLO CHE CUCINO POTREBBE ESSERE PER OGNUNO L’ULTIMO PASTO, E CHE QUESTO è IL SENSO DEL MIO LAVORO.”

“CON TUTTE LE SUE DEBOLEZZE ERA UN VERO UOMO E SAPEVA FARE L’AMORE CON UNA DONNA CON LA FORZA DI UN UOMO.”

“SEMPLICEMENTE, SI CREAVA SINTONIA, E AVEREMMO POTUTO CONTINUARE A PARLARE COSÌ ALL’INFINITO”

“C’È QUALCOSA DI EROTICO IN QUEL CUPO CIELO INVERNALE, CON QUELLA FITTA COLTRE DI NUVOLE, IL GRIGIO, IL VENTO FREDDO. TUTTO SEMBRAVA FATTO APPOSTA PER SPINGERE A CERCARE LA PELLE DELL’ALTRO, IN QUEL COLORE GRIGIO SCONFINATO, VENIVA VOGLIA DI CHIUDERSI A LUNGO IN UNA STANZA. E IN QUELLA STANZA, ABBANDONARSI A UN PIACERE SENZA LIMITI, COME SE FOSSE L’UNICO POSTO AL MONDO DOVE POTERLO FARE.”

"Esplorava meticolosamente il mio corpo, quasi ad assicurarsi di dove e come agire. Il fatto che facesse così, trattenendo la sua eccitazione, era talmente erotico che per la prima volta in vita mia ebbi un orgasmo davanti agli occhi di un altro. Dopo avere assistito a questo con attenzione, fece una pausa ed entrò in me. Fu un momento straordinario. Avemmo entrambi l’impressione di aver scoperto il sesso per la prima volta e dividemmo un brivido di sorpresa. Capii che ci chiedevamo entrambi che cosa avessimo fatto fino ad allora. Sembrava non potesse esserci un incastro più perfetto di quella cosa perfettamente dura e liscia che penetrava in un posto perfettamente bagnato e stretto."


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domenica 16 luglio 2023

L'AMORE È UN CANE CHE VIENE DALL'INFERNO

 DI
CHARLES BUKOWSKI

  • Anno di Pubblicazione 22 gennaio 2015
  • Data prima pubblicazione 1977
  • Editrice Guanda
  • LINK ALL’ACQUISTO QUI
  • Pagine 223
  • PREZZO EBOOK 6,99€
  • PREZZO CARTACEO 11,40€

DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE

“Raccolta di testi poetici dalla forte valenza narrativa, L’amore è un cane che viene dall’inferno è l’America miserabile, clandestina e sconfitta che Charles Bukowski ha rappresentato in tutta la sua opera. È tutti i suoi abitanti: falliti, ubriaconi, giocatori d’azzardo, perdenti di ogni genere... Un’umanità cui lo scrittore guarda con ironia intrisa di disperata partecipazione.” 

L’AUTORE

Biografia pressoché superflua: “ubriacone”, “sporcaccione”, “feccia”. I più gentili lo definirebbero “un po' forte”. Chiunque sa usare bene aggettivi e indicazioni, etichette… su un uomo che nella sua tarda fama si è portato dietro le etichette societarie e quelle del resto, per scriverci su la verità. Un padre, un puttaniere e uno che tra il buco del collo della bottiglia e quello di un retrocorpo è sceso: down, down. Parlare a chi di lui? Forse solo alle ragazze di quel bordello che leggono le sue poesie, che sanno cosa e come è stato dolce il come, anche nella sporcizia di tutti i giorni portata lontano con vergogna. Quando la cosa più pulita e sincera della società è la nostra immondizia.

UN CANE STA DRAIATO: MORTO O RIPOSA, ASPETTA O NON PUÒ ASPETTARE PIÙ

“NON SPOGLIARE IL MIO AMORE
POTRESTI TROVARE UN MANICHINO;
NON SPOGLIARE IL MANICHINO
POTRESTI TROVARE IL MIO AMORE”.

Un cane sta sull’asfalto, ma bisogna andare, alle corse, a sperperare. E quanti cani stanno sul ciglio della strada, quante vite stanno come il cane; su quanto amore passano sopra ruote e pesi che spappolano.

Un’edizione bella e comoda: ci sono le poesie in italiano e quelle in inglese. Comodo leggerle in un’altra lingua… i più seri diranno per lecito rispetto e adeguata adesione, io dico perché se la lingua è di qualcun altro le cose sembrano riguardarci meno. E poi in inglese le porcate suonano bene.

Nel disastro e tra i tappeti macchiati suona sempre una musica dolce: uno schiaffo sulla carne soda e tonda e Mozart che risuona tra cuori malandati e ubriachi, ma forse più amanti di molti abiti bianchi. La musica non ferisce, mentre il fegato si spappola e la schiena strilla. L’intimità, come direbbero sempre gli educati: ma chiavate la tomba per riportare in vita i morti, lo dice Il poeta. Quando le anime che si scandalizzano dovranno mettere sassi nelle tasche della propria anima per dare qualche consistenza a vite svuotate dagli altri, dalla vita, dall’inferno d’amore che non è dannazione, è solo fuoco e dolore e ottima compagnia.

Buttare via, accanto al cane morto. Ma:

“Come si fa a essere così
fortunati? Avere qualcosa
che gli altri hanno abbandonato.”

I sensibili sono gli spazzini tra la gente, anche i poeti, anche gli amanti. No, gli amanti sono quelli che cercano sempre di rimettere insieme i pezzi di qualcosa che non è più senza ragioni del cuore ma per ragioni di qualche calcolo venuto male. 

“Non dovevamo farlo
eppure dovevamo.”

Bukowski espelle lerciume, e poi lo dice “È vero sono capace di amare”.

Gemendo e piangendo si gode e si fa schifo. Ma almeno si gode quando in realtà se non lo facessimo saremmo spesso, comunque, destinati a fare schifo ma con abiti di “percalle”.  Si chiudono le finestre per gemere, e per piangere. 

Sono le donnacce che ti trovano, non sei tu. Forse è quel bambino che ha subito, e quell’acne che ha deformato un volto che da quando è divenuto brutto ha sfoderato la propria ignobile bellezza. Charles.

Lo scrittore e il suo numero di telefono tra le poesie: soli, anche il famoso, il porco. 

“Gli immondezzai della città pieni
i robivecchi pieni
i manicomi pieni
gli ospedali pieni
i cimiteri pieni.

nient’altro
si riempie.”

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