AMORE E RIBELLIONE. COME MARY SHELLEY CREÒ FRANKENSTEIN
di Lita Ludge
BIOGRAFIA DELL’AUTRICE
Lita Ludge è nata in Alaska, ha dato vita a più di
venti libri, creando per essi storie e illustrazioni.
Lita era una geologa, una curiosa cercatrice delle
origini delle cose. Una donna che faceva un lavoro sporco, uno spirito forte
che si è dovuto scontrare con la crudeltà di una malattia autoimmune. La sua
condizione è riuscita a bloccarle le mani, i piedi… ad oscurarle la vista; la
mente è rimasta vigile e ha trovato una nuova nascita ricreando un’altra Lita,
da capo. Durante un viaggio nei luoghi d’Italia dove Mary e Percy Shelley vagarono
affascinanti e addolorati, ecco che la salvezza scaturisce dalla potenza dell’esperienza
vicaria, dall’ascolto della storia di una donna che è riuscita a vincere la
morte facendola diventare un grembo, un organo generatore.
La sofferenza
che viene sopportata, poi capita, poi distrutta per creare qualcosa di
totalmente nuovo. Dalle lettere e dal diario di Mary Shelley, Lita Ludge si
immerge in un lavoro durato cinque anni. Oggi ci restituisce un volume che ti
avvolge, ti raggela… e ti stringe nella potenza devastante di un racconto di
dolore e ardore; amore sensuale, anarchico, che ancora dopo secoli non smette
d'urlare, cantare e desiderare un mondo libero.
INTRODUZIONE
Pubblicato nel 2018 dalla casa editrice Il Castoro, a
duecento anni dalla venuta al mondo di Frankenstein, MARY E IL MOSTRO è una
biografia bizzarra, intensa, poetica; rispettosa e, sì, mostruosa. È la storia
di una vita straordinaria e coraggiosa, immersa nelle ombre e nelle fitte voci
della morte e della mancanza. Sono assolutamente fuori dal consueto queste
trecento pagine che incarnano la sublime decisione di raccontare la storia di
Mary Shelley in versi liberi; il tutto è avvolto dalle illustrazioni dell’autrice.
Questo volume “importante” si presenta come un poderoso
albo. Le parole si stagliano su pagine interamente illustrate. Tutto è grigio,
tutto pare avvolto da foschia, da spettri provenienti dal passato o nati nell’aria
per restare liberi per l’eternità. Il libro è un lavoro portentoso che non solo
ci racconta l’intera biografia della creatrice di Frankenstein ma circonda il
risultato di una nutrita bibliografia, di un discorso sulle fonti; a fine
volume sono inserite altresì le biografie di tutti gli attori dannati di questa
nera storia, che riesce ad essere un canto d’amore e libertà anche quando i topi
e una stufa spenta fanno danzare morte e miseria in stanze vuote, tra cuori infranti.
C’è spazio per
la redenzione? Un enorme mostro si avvicina a noi per annunciare una venuta,
stiamo ad ascoltare…
MARY
E IL MOSTRO
STORIA E ANALISI
“LA
CREATURA
Erano
in tanti a non credere che fosse stata Mary Shelley,
poco
più che adolescente, a scatenarmi […]
Le
ragazze dovevano essere gentili
e
obbedire alle regole.
Le
ragazze dovevano essere silenziose
e
ingoiare punizioni e dolore.
La
bandirono dalla società
perché
amava un uomo sposato.
Gli
amici la oltraggiarono.
Il
padre la cacciò di casa.
Ma
lei non si nascose.
Non
si lasciò zittire.
Lottò
contro la crudeltà umana.
Scrivendo.”
“Ora
Mary è lo spettro
Le
cui ossa sono diventate polvere,
ma
io continuo a vivere.
Ascolta
la sua voce!
Ha
scritto la mia storia
E
ora uscirà dalla tomba
per raccontarvi la sua.”
La Creatura senza nome, frutto della sfida dell’uomo
alla morte, inizia questa storia nelle vesti di uno spaventoso imbonitore
severo ma riconoscente e amorevole verso sua “madre”. Il mostro cammina alto,
severo e smunto tra le grigie nubi avvolgenti le pagine del libro. Negli anni,
la Creatura ha subito rimaneggiamenti fino a perdere una delle sue
caratteristiche principali: l’essere senza nome. Ora si richiama la nostra attenzione
per tornare alle origini, alla verità.
Mary si presenta davanti ai nostri occhi mostrando uno
sguardo penetrante che, dalla copertina all’intera rappresentazione grafica fatta
nel libro, ci guarda e narra… non solo con le parole ma grazie a multipli punti
di accesso ai significati più profondi, e proibiti a una mente stretta. La cura
dei tratti è straordinaria: ogni evento è descritto tramite i disegni o viene
esaltato dalla forza simbolica di figure e gestualità. Ogni personaggio è
scarmigliato, ha un viso marcato, ma può anche ridursi a una macchia scura che tra
i tormenti di una vita diversa strilla dignità.
Ai più è noto il tenebroso convivio tenutosi in quella
notte del 1816, “l’anno senza estate”, a Villa Diodati. Furono mesi di cielo
intriso dal pulviscolo generato dell’eruzione del Monte Tambora in Indonesia.
Lord Byron aveva affittato una villa in Svizzera e aveva invitato Mary Shelley
e il suo “compagno” Percy. Dopo aver fatto sistemare in una zona secondaria la
coppia, il lussurioso e controverso Byron, che attirava critiche ma anche
numerosa attenzione per le sue opere, giunse di notte accompagnato da enormi
cani abili a cacciare i lupi, e dal suo medico personale, il dottor Polidori. Da
questo incontro, dallo slancio della noia e del turbamento di spiriti inquieti
che dovevano trovar sfogo, nacquero mostri… vampiri… tutta la ricchezza originaria della
letteratura gotica.
Potrete scoprire come andò sfogliando le pagine di
questa epica biografia che genera lacrime e puro fuoco.
Ma Frankenstein non nacque all’improvviso, come imprevisto
risultato di un gioco di società.
La Creatura fu il frutto di una gestazione di nove
mesi, e farfugliò i primi vagiti poco dopo la nascita di un esserino in carne e
ossa, Clara, la seconda figlia femmina di Mary e Percy. Questa coincidenza
tanto coincidenza non è.
Andando a ritroso e in avanti, poi guardandosi intorno: nella Villa c’era anche la sorella di Mary, Claire. Byron diventerà un indesiderato e spietato cognato. Shelley aveva avuto sollievo da un’eredità che aveva strappato alla misera la famiglia non convenzionale di una cognata e una coppia “clandestina”, che sì, si sposerà… ma non per coronare un sentimento che non aveva bisogno e voglia di riconoscimenti, ma per essere il capriccio o l’escamotage escogitato da Shelley dopo un tragico suicidio.
Sucidi, colpe e morti
premature: il dolore fu il cavallo fedele che trasportò i personaggi nelle loro
vite, a fianco il destriero bianco e selvaggio della passione, del coraggio e
della voglia di cambiare il mondo.
Troppi bambini smisero di agitare le manine,
cullati dall’oblio. Una bimba sepolta di fretta sul lido di Venezia, un erede
maschio avvinto dalla malaria; una creatura nata prematura che distrusse il
generoso e impavido cuore di Mary a soli diciassette anni.
“HO
DICIASSETTE ANNI
E
sono già
figlia
di uno spettro
e
madre di un pugno d’ossa.”
La polvere di anni duri, freddi, divisi tra la furia di
un uomo forte ma fragile, debole nella sua ricerca di attenzioni dove non
dovrebbe cercarne. Un poeta straordinario, ignorato. Un padre assente che fuggì
con una quasi bambina, che dovette sopportare l’assenza del suo di padre.
Una matrigna, una donna greve e dispotica che riuscì
ad avvelenare il cuore del padre dell’anarchia, e della madre della Creatura.
Mary venne alla luce dalla morte di quella che viene considerata la madre del
femminismo… Mary rigirò nella bocca la colpa per anni, fino a sentire quanto
fosse fiera di essere il prolungamento e il frutto della “Madre della libertà”.
“D’improvviso
capisco che non ho rubato la vita a mia madre,
quando
sono nata.
Me
l’ha data lei, proprio come adesso ho dato vita a mia figlia.”
L’infanzia passata
a nascondersi per ascoltare i versi recitati da Coleridge nel salotto di casa strappata
via dalle mani di una donna sformata che tira i capelli di una bambina
innocente, diversa, cresciuta come unico ultimo baluardo di una fortezza della
libertà che si traformò nell’oscura bottega di un uomo fallito e succube.
Un viaggio in Scozia come balsamo, anche se Mary va
incontro al suo destino da sola, cullata dalle onde, scacciata… mandata via
come un pacco da non rispedire al mittente.
Due poli a disequilibrare una storia che sopravvive e
riluce in bilico sull’orlo di un baratro: la morte, e l’amore più forte di ogni
convenzione… l’amore per Percy Shelly, il ricco ripudiato promettente poeta che
arrivò nella vita di Mary “come un tuono”.
Una coppia fece l’amore nei pressi della tomba di una madre:
questa unione fu in realtà la dimostrazione data a chi da sottoterra vedeva
solo fallimento, tradimento.
“PROMESSE
INFRANTE
Nostro
padre ha promesso
libertà,
amore, uguaglianza
per le donne.
Ma
per me sembra
aver
chiuso la porta
su
qualsiasi futuro
che
non sia quello di vendere libri.”
Nel corso della
lettura, i morti e l’ammirazione per loro avvicineranno molti personaggi, il
lutto sarà un motore straordinario per la redenzione finale.
Purtroppo, tra i resti, dovremo anche raccogliere un
cuore carbonizzato avvolto in una pagina ricamata di versi. È tutto vero, è la
storia di Mary Shelley…
“Non
abbiamo bisogno di denaro.
Siamo
poeti,
anarchici,
profeti;
nelle
nostre tasche portiamo soltanto
amore
per l’universo.
Berremo
latte acido e mangeremo pane stantio.
Attraverseremo
le montagne a piedi!”
Buona lettura… la mia intenzione non era raccontarvi
per filo e per segno come andò ma invitarvi ad avviarvi da soli tra le pagine di
questo libro, che merita la riunione di tutti vostri sentimenti e di ogni forza
e compassione presente nella vostra anima.
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