di MAX SOLINAS
- Anno di Pubblicazione 2019
- Edizione 1°
- Editrice Garzanti
- Lunghezza stampa 175 pagine
- Prezzo edizione cartacea 16,05€
- Prezzo Ebook 9,99€
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DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE
“Così, un passo dopo l’altro, Chris insegna al lupo a fidarsi di nuovo della mano che gli offre il cibo e gli accarezza, non senza timore, il dorso peloso. A sua volta, il lupo, con movenze precise che derivano dalla legge del branco, guida il suo nuovo compagno alla riscoperta del mondo naturale, dei profumi, dei suoni e dei colori che cambiano al mutare delle stagioni."
PERFETTO PER chi ama la natura selvaggia e il rapporto con essa; per chi sente un legame particolare con gli animali.
ADATTO PER tutti quelli che vogliono riscoprire sé stessi, e sarebbero felici di avventurarsi in un viaggio attraverso i boschi per sentire l'energia autentica della vita.
CONSIGLIATO A chi è un pò scontento di sé.
L’AUTORE
Scultura, natura, arte di vivere: questo è Max Solinas.
Nasce nell’ottobre del 1963. Frequenta un corso di disegno di nudo e poi segue le suggestioni nate dall’incontro con il maestro di scultura trentino Silvano Ferretti. Successivamente, si iscrive all’Accademia delle Belle Arti, in un crescente interesse per la figura femminile e le sue forme evocative. Linee e volumi stilizzati traducono quella intima fascinazione.
Solinas è ormai uno scultore affermato ma la sua attività rientra in una ricerca artistica più ampia, che comprende lo sguardo curioso, rispettoso e innamorato verso la Natura e le sue meraviglie. L’essenzialità, il rispetto, l’umile ascolto della musa ispiratrice di matrice montana guidano Max Solinas nel suo vivere e raccontare l’incontro con il creato.
Attualmente vive e lavora a Cison di Valmarino, in Veneto, alla base delle Dolomiti. A fianco dell’artista, del montanaro, dello scalatore, dell’uomo… c’è lei: Arja la lupa.
IL LUPO E L'EQUILIBRISTA
NELLA PUREZZA, A RITMO CIRCOLARE
POTETE SBIRCIARE LA TRAMA, SEDETEVI E CHIUDETE GLI OCCHI (NON PROTESTATE… FIDUCIA!)
Chris è uno scalatore, ma non uno di quelli che si fondono con le montagne in una serena estasi di forze, velocità, pause, silenzi. Chris è molto conosciuto nel suo ambiente, e lo pagano bene per pubblicizzare attrezzatura all’ultimo grido mentre si attacca su pericolosi pendii, aggredendo le vette come se vi volesse trasferire le stesse ferite che lo lacerano, invisibili. Stona seduto in quegli aerei di lusso, Chris. Dopotutto egli è fatto di un materiale diverso da quelli sintetici che esalta con il suo lavoro: lui è un essere selvaggio, svuotato del suo istinto e della sua natura, ma pur sempre costituito di membra vive, con un odore, un calore specifico; necessità ammaestrate sotto lo scudiscio del ricordo, del dolore e del rancore.
Ogni ritorno a casa, in quella casetta nel bosco, è speciale perché apre il cancello verso la libertà succulenta che gli dona da mangiare Francesca, la veterinaria con un corpo a cui manca qualcosa ma la cui anima si riempie di ogni bene, per poi donarlo nella materna cura instancabile di chi sa abbracciare la natura e i cuori senza mai stringere troppo, o far male. Ma un giorno, c’è qualcosa di diverso che aspetta Chris, e che Francesca ha permesso che Chris aspetti a sua volta: un lupo grigio sta nel recinto più appartato, e non mangia, e si muove poco. Gli ultimi ricordi della bestia sono flash accecanti, umilianti, violenti. Poi l’istinto, i denti, la caduta vertiginosa nel sogno senza risveglio di qualcosa che gli è stato ormai strappato… poi la confusione, la resa, il buio.
Chris e il lupo hanno un vissuto comune: l’ammaestramento forzato. L’uomo faceva il suo lavoro e basta, per paura di non farlo; l’animale aveva provato ad essere ciò che il circo gli chiedeva, solo per un timore simile a quello di Chris. Entrambi agivano per un compenso; ma che fosse cibo o denaro, la motivazione strettamente legata a una necessità di sostentamento non basta. La paura di non avere quel sostentamento rende aggressivi, perché la paura genera solo altra paura, quella della perdita. Le necessità materiali fanno sopravvivere, ma per vivere serve essere ciò che si è, che non è per forza ciò che gli altri sarebbero in grado di accettare.
Il lupo è un antico simbolo che dall’essere “forza” è divenuto “terrore”: ora il lupo fisico si riprende il suo ancestrale significato e senso per correre libero dove non vi sono colpe… perché la natura non conosce cattiverie ma solo peculiarità, ruoli, equilibri.
Chris, dal canto suo, ha perso anch’egli il suo habitat: il paese è un luogo che ormai fa timore, come anche i rapporti con la gente, che evocano un passato che ammala e debilita.
Le due creature così simili, anche se di diversa specie, conosceranno un cammino fisico e allegorico verso un vivere il momento che sarà furioso e pieno di meraviglie.
Tra le montagne, il laboratorio di scultura di Nonno Egidio Maria, la baita del guardaboschi Angelo: un peregrinare lento che insegna il lettore a cogliere ogni segno che la Natura traccia per far seguire il percorso della vita autentica a chi ne sarà degno. In un modo dove il benessere spara alla volpe che “naturalmente” si avvicina a un pollaio, chi sarà così puro da saper dividere il pane? Specialmente quello “spirituale”, direbbe Henry David Thoreau.
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Stasi, partenza, cammino; ma non cercate un arrivo.
“Ti voglio bene, lupo, e con te la natura tutta, quella con la N maiuscola, quella che in pochi conoscono, quella che non si nasconde a chi sa guardare e vedere, con l’animo libero, umile, sereno, desideroso, vero.”
Un uomo e un lupo che si incontrano sull’orlo del nulla: due “uno” che facendosi “due” tornano Essere Unico, multiforme, completo, capace di moltiplicarsi, emanarsi o donarsi al corso della pura esistenza delle cose che imperfette tornano nell’Unica Perfezione, partecipandovi con ruoli semplicemente veri, eterni perché parte di un insieme di ruoli a pari dignità, mai decisi da alcuno; tra incontri e scontri regolati solo dalle necessità superiori e mai corrotte dell’Anima Mundi.
Nella perfezione dell’incontro di due nature mutilate: studio, riconoscimento, fusione e liquido sconfinare nella vita autentica, nella costituzione “naturale” del creato.… che non ha mai finto, non si è mai sottratto ai sensi di chi sa percepire il suo vivere, stare, muoversi.
Gli odori, i suoni, i versi e le tracce non dicono bugie, però si deve essere disposti a camminare:
“Camminare era come una preghiera agnostica, libera, pulita.”
Il ritmo scorre lento, senza la pretesa di accelerare, ma sempre in senso circolare. La fedeltà sa aspettare, la lealtà si manifesta nel saper lasciare ogni presa, per poi rincontrare con un abbraccio che non è mai una stretta. L’amore qui non ha sesso, ma ha corporeità, sudore, afrore: si contorce in unioni che regalano la fecondazione di un’energia perpetua, che non conosce la morte perché si riconcilia con i ricordi, il passato, le tracce di eredità ricchissime e senza costo.
Le parole sono semplici, come il pane e il miele, come il tea nero preso amaro mentre dalla finestra si riesce a spingere la vista oltre ogni limite, perché non si guarda con gli occhi ma con le mani. L’umidità del formaggio che si concede dal latte, il legno che nasconde una scultura, una schiena che racconta un’anima: nel dentro c’è già il fuori. Ciò che si toglie creando è anch’esso materiale costituente.
“La vita è un gioco a somma zero”
Ci si trova in una favola? Ci sono animali, insegnamenti, pericoli e miracolose salvezze… però, è tutto vero.
Solinas sublima la sua vita, e la rende l’atmosfera in cui respira la sua storia con tutti i personaggi.
“L’arte non è una tecnica ma uno stato d’animo”
Tutto partecipa a un senso che non è complesso ma che, nonostante ciò, è colto raramente.
“E allora Chris pensò che quella natura che gli uomini si affannano a sfidare, a conquistare e domare, doveva invece essere lasciata libera come un torrente cristallino che scorre lento e inesauribile dalla sorgente verso la foce.”
La speranza lascia spazio all’azione nelle stagioni delle emozioni. La libertà non è mai disordinata, è solo nata prima delle istituzioni umane che sono fatte da decisioni cieche.
L’amore è incondizionato, ma mai cieco.
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