domenica 7 febbraio 2021

HALGAS

 UN ROMANZO FANTASY DISTOPICO 

DI MARINA MILANI

Ph Francesca Lucidi

NOTE SULL’AUTRICE

Marina Milani è un insegnante e vive a Pavia; è un’avida lettrice, una viaggiatrice. Pubblica il racconto Cacciatori Notturni, inserito nella raccolta Chiama quando vuoi edita da Mondadori. Vive il concorso Voce di donne con il racconto Frammenti.


CENNI SULLA TRAMA E TEMATICHE

«UNA CITTÀ CIRCONDATA DA UN ALTO MURO, DI MODO CHE GLI STRANIERI NON POSSANO ENTRARE A PORTARE VIA LE NOSTE RICCHEZZE. UNA CITTÀ COPERTA DA UNA CUPOLA CHE FILTRA L’ARIA E I RAGGI DEL SOLE E LASCIA PASSARE L’ACQUA DEL CIELO LE RARE VOLTE CHE PIOVE. ATTORNO ALLA CITTÀ C’È UN MARE SPORCO, DI COLORE SCURO E… NON CI SONO CAMPI, NON CI SONO FORESTE, NON CI SONO PRATI.»

«DEVE ESSERE ORRIBILE. COME FA LA GENTE A RESISTERE?»

«LA GENTE SI È TROVATA UN’ALTERNATIVA. ESISTE UN MICROCHIP, CHE SI CHIAMA IPSE, CHE VA MOLTO DI MODA A MIDLAND, LA MIA CITTÀ. TE LO FAI INNESTARE SOTTOPELLE E VEDI TUTTI I MARI CHE VUOI, LE FORESTE, E I CIELI STELLATI.»

Edito da Edikit nel 2020, un romanzo fantasy distopico, illuminato da note romantiche e da un discorso complesso sull’identità e la ricerca di sé. Halgas inventa una società futura fondata sull’annientamento del pensiero individuale: la tecnologia regola le vite di un’umanità omologata, controllata, perfetta. Donne e uomini non si riproducono più toccandosi ed amandosi; tutto è immobile e soffocato da una nube che oscura un sole lontano, separato da una realtà terrena piegata dalla mancanza di acqua e da una divisione in rigide caste non strettamente economiche ma razziali, genetiche e utilitaristiche. Tutti sono selezionati in funzione di un sistema invisibile, che da sotto la pelle del tuo braccio ti controlla e culla, come una madre apprensiva ed oppressiva: ognuno ha il suo IPSE impiantato, il proprio dispositivo che rintraccia e monitora. Un IPSE ti fa vivere in una prigione asettica che regala come unico compagno di cella un alter-ego sapientemente programmato per il tuo “bene”.

Il mondo come lo conosciamo non esiste più. C’è un emisfero desertico, popolato da umani imbambolati o schiavizzati in città-prigioni che accolgono tutti… tutti quelli che accettano il fatto di essere introdotti in cambio della promessa di non uscire mai più. C’è un emisfero sommerso, di cui non si parla, di cui i ragazzi assembrati nelle scuole non sanno nulla. In realtà, lì vive un’etnia considerata estinta che sarà l’ultimo baluardo della speranza. Gli Halgas sono creature fatte di pace, branchie e saggezza. Una vecchia guerra ha lasciato testimoni silenziosi che nuotano e pescano, e nascondono una tecnologia avanzatissima non sconosciuta agli “Uguali”. Nell’emisfero desertico ci sono Uguali più Uguali degli altri, e ogni differenza viene annientata in un battito di ciglia. Una ragazzina depressa e insicura; un professore delicato amante della poesia; un hacker dalla battuta pronta; un ragazzo affascinante con occhi nerissimi misteriosi…

Sul pontile una creatura emerge, i suoi capelli sgocciolano e si può avvertire un odore salmastro e il fruscio di una muta che avvolge membra possenti. A volte i piccoli slanci dei nostri malesseri interiori possono mettere in moto qualcosa di diverso, una reazione, una rivoluzione. Andiamo contro le regole quasi per noia, in una vita organizzata e vigliacca invischiata nella ricerca spasmodica di ordine. Un sassolino può innescare una frana: un potere iperstrutturato può avere più falle di quante esso stesso potrebbe immaginare, tronfio in una sicurezza che non può soffocare gli istinti, abbattere la potenza della libertà, piegare una vita quando essa inizia sentire il lieve respiro salvifico della speranza.

 Se hai un motivo per vivere puoi resistere a tutto, anche se sei una ragazzina debole e insicura, piena di lentiggini su una pelle delicata. Un romanzo che presenta diversi protagonisti e altrettanti punti di vista che immergono il lettore in psicologie diverse, in sensazioni comuni a tutti ma tanto differenti da rivendicare la specificità in una realtà che si è venduta a una illusoria maligna perfezione.

A Midland i libri non sono ben visti; tra le pagine impolverate la memoria guida le azioni del giusto, di chi sa ascoltare e porsi domande. Alleanze e affetti profondi; saggezza e riscoperta forza interiore; capacità di sognare un mondo diverso, di mettersi in prima linea scoprendo sé stessi in una sofferenza formatrice. Si può essere la versione migliore e coerente di noi stessi avendo il coraggio di considerare l’impossibile, di non sottomettersi al sonno dell’anima. Il viaggio di Halgas attraverserà confini inimmaginabili… ma dopotutto è questa la metafora più antica che porta l’uomo alla riappropriazione del sé.


ANALISI E CONSIDERAZIONI

“FORSE LE LORO PASSIONI POTEVANO ANCHE CONDURLI VERSO ALTI OBIETTIVI E NON SOLO VERSO LA DISTRUZIONE.”

ASPETTI POSITIVI

Una scrittura incalzante, nessun vuoto in una narrazione che tiene le redini con decisione. Vampe di vitalità o soffocante fumo di prigioni visibili e invisibili, il tutto inframezzato dai sospiri delle emozioni: depressione, solitudine, tristezza; desiderio di rivincita, indomito coraggio, onore. Ogni personaggio è funzionale a un’analisi dell’essere vivente, mostrato come uomo, Halgas o Mutapelle. Le diversità si riuniscono nell’universalità delle emozioni sopracitate. Una ragazzina con la sindrome dell’abbandono può ritrovare sé stessa nel fondo più profondo; un uomo insicuro che attira troppe donne può conoscere per una volta cosa sia l’amore; un hacker riottoso per la prima volta comprende cosa significhi scegliere di adoperare il talento per una causa; un ragazzo dovrà affrontare la sfida della sua natura che conoscerà la disumanizzazione innalzata dal tocco vero di un sentimento puro. Una femmina, un pesce, un rettile: un vessillo vivente di speranza  comprenderà l’essere umano e le sue contraddizioni. Ogni scelta narrativa crea un mondo coerente che porta la forza di moniti, profezie da scongiurare e guerre da combattere una volta per tutte. Le scelte chiameranno schieramenti netti, non facili. La commozione riesce a scaturire dalla semplicità di persone imperfette nelle proprie debolezze che apriranno il sentiero verso la vera “evoluzione”.

LE PECCHE INASPETTATE

Durante la lettura qualcosa mi costringeva a tornare indietro: perdevo il filo ma non comprendevo la ragione tanto grande era la passione che ogni riga scatenava in me. Purtroppo, dopo circa cento pagine ho trovato il mattone accidentato, la falla nel sistema di Halgas. In alcuni punti la consecutio temporum cede, frana. I tempi verbali iniziano a sovrapporsi in modo totalmente errato. Ne ho parlato con l’autrice, indicando esempi e pagine da rileggere. Ho molto apprezzato l’onestà di Marina che ha riconosciuto l'errore. I miei migliori auguri a un’autrice talentuosa, umile e educata. La ringrazio anche per aver atteso il mio lavoro, da lei tanto desiderato.

Grazie Marina per avermi inviato una copia del tuo libro. Buon lavoro!

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