domenica 11 ottobre 2020

DELL'ORIGINE DEL VAMPIRO E ALTRE CREATURE DELLA NOTTE di Massimo Mayde

CONTIENE IL TRATTATO INTEGRALE DI DOM CALMET
DISSERTAZIONI SOPRA LE APPARIZIONI DEGLI SPIRITI E DEI VAMPIRI

Ph Francesca Lucidi

L’AUTORE

Massimo Mayde è nato a Milano nel 1979. Scrittore, bibliofilo… e pianista, Massimo è un artista, che come molti suoi predecessori, ha affondato le mani tra gli affari dell’occulto; questo tocco ha fatto sì che la sua intera vita fosse avvolta da una ricerca incessante e da un modo di veder le cose profondo, anche curioso e coraggioso… fino a circondare di passione e un tocco di umorismo fatti assai “gravi”.

Questo “indagatore del mistero” è co-fondatore del Dharma Project, un vero e proprio gruppo di ricerca nel campo dell’inspiegabile, o almeno così appaiono certe questioni a chi da fuori cerca di trovare risposte a ciò che è sempre più spesso confinato in angoli ospitanti etichette rassicuranti le quali provano a riunire sotto stereotipi, e spiegazioni razionali, fatti che sentiamo troppo “grandi” e spaventosi per essere accettati.

Massimo è un divulgatore: oltre a diverse pubblicazioni tra il fantasioso e il documentaristico, è produttore e curatore del Podcast IL SALOTTO DEL TERRORE.

ALCUNE PUBBLICAZIONI

Re Nero, Abeditore, luglio 2017;

L’Errante, edizione indipendente FromHell.

Dei racconti inediti possono essere ascoltati sul canale Youtube La Musifavolista.

IL VOLUME

Ph Francesca Lucidi

Questo Anno Domini 2020, assai fuori dai nostri confini rassicuranti, vede la pubblicazione di un libro pieno, lungo e affollato di informazioni che possono stuzzicare, informare, spaventare o illuminare. Possiamo forse trovare risposte? Questo dipende da noi.

Il lavoro di Massimo si divide in due distinte occupazioni: da un lato vi è il curatore di un trattato del XVIII, un compito affascinante ma di responsabilità; dall’altro versante, quello maggiormente adatto a un pubblico più ampio, abbiamo lo scrittore, il ricercatore che riunisce una serie di fatti realmente accaduti e leggende in un calderone che promette la distillazione di un succo di conoscenza e curiosità che possa stuzzicare l’appassionato dei fatti e il fantasioso lettore amante dell’horror… entrambi possono abbeverarsi sperando nella comprensione, nella conoscenza. Racchiudere le ombre di secoli di storia umana in un libro è una missione ambiziosa, che vedremo cosa ha prodotto nel complesso.

L’uomo del Medioevo, o del Cinquecento, persino del Secolo dei Lumi… non era poi tanto diverso dall’uomo contemporaneo: l’uno e l’altro si occupano delle loro faccende del quotidiano, del cibo, della casa, delle relazioni. La facoltà di farsi domande su ciò che si vede e, soprattutto, su ciò che non si vede è innata nell’attitudine personale, adesso come nel passato. L’uomo semplice pensa al “pane”, ma a volte fuori dalla finestra, che separa il focolare dal mondo, si scorgono ombre che distolgono dal “qui” per attivare la ricerca di un senso sull’altrove. La paura ha sempre generato molto molto materiale, e tante azioni spesso crudeli.

Solo una ristretta cerchia di letterati, filosofi o “ricercatori”, nel corso del tempo, ha frugato nei racconti popolari per riunire nomi, fatti e oggettivi riscontri con i libri, con il dogma, con una razionale presentazione di accadimenti e sentimenti che non si potevano ignorare. Se il Cristianesimo ha cercato di portare ordine tra la naturale attitudine umana a creare storie e a dare un volto alla paura, è anche vero che la religione è servita non tanto come sonnifero quanto a scintilla abile a far nascere vere e proprie psicosi collettive… che posso assicurarvi essere arrivate in un tempo a noi molto ma molto vicino.

Gesù Cristo è risorto, negare la resurrezione come fatto significava minare le fondamenta del credo che cercava di tenere stretta nel controllo l’Europa di ogni epoca. La necessità non era negare l’esistenza dei “non morti”, ma riunire religione, folklore e immaginario collettivo sotto un pensiero completo, accettabile, almeno per chi voleva detenere il potere della mente delle genti.

Dom Augustin Calmet credeva fermamente nei vampiri. Il fatto che lui fosse un frate dell’ordine benedettino non lo riparava dagli occhi dell’Inquisizione o della paura insita nel suo stesso cuore. Lui si limita ad esporre un “problema”, non spiega ma descrive, riassume e tenta di mettere ordine.

Il frate francese visse a lungo, ben ottantacinque anni. Scrisse molte opere di carattere storico e una versione commentata della Bibbia; nel 1746 pubblica Dissertazioni sulle apparizioni degli Spiriti e sui Vampiri, o redivivi, di Ungheria, Moravia e Silesia. Il volume di Massimo Mayde fa riferimento all’edizione italiana del 1756, stampata da Simone Occhi a Venezia.

Già dal titolo delle Dissertazioni potete intuire la portata del fenomeno. Nelle Americhe si sarebbero cacciate streghe vere o presunte, in Italia si cercava di sanare un male sempre più capillare nel suo insediarsi, nel resto dell’Europa si cacciavano “vampiri” accanendosi su sepolture e sepolti. Già dalla meta del Settecento si vendettero persino Kit atti a facilitare l’operato dei cacciatori di “non morti”, arricchendo ogni valigetta con ciò che la situazione e la cultura locale richiedevano. Sicuramente non vi era solo volontà di protezione ma anche un sano sfruttamento materiale di un qualcosa che aveva evidente diffusione, se ci si poteva guadagnare. E se io e Massimo vi dicessimo che l’ultima eclatante caccia è avvenuta negli anni Settanta del secolo scorso? A Londra, nel cimitero di Highgate, Sean Manchester e David Ferrant scatenarono una lotta indirizzata al Principe delle tenebre. Il 13 marzo del 1970, una folla inferocita si abbatté contro i cancelli di Highgate; le forze dell’ordine nulla poterono contro i due cacciatori i quali riuscirono ad entrare e operare scoperchiando tombe e piantando paletti. Questo racconto, anzi… questo documento ci deve far convincere della necessità perpetua di non ignorare le ombre per continuare a operare nella luce; o dovremmo, comunque, bilanciare in noi il naturale sentimento della paura e renderci abili a sopportare eventi luttuosi o poco intelligibili con la forza dell’anima e della ragione. Forse oggi sapremmo meglio bilanciare questi due elementi? Dipende dal libero arbitrio, dalla facoltà di scegliere che tanti avvicinano a un dono che potrebbe venire solo dal MALE. Ascoltiamo… impariamo ad ascoltare. Magari Massimo vi farà uscire qualche sorriso, a me non è scaturito; io credo che la questione sia ed è sempre stata piuttosto seria.

“Io scrivo solo per gli Spiriti ragionevoli, e non prevenuti, i quali seriamente, e a sangue freddo esaminan le cose; parlo solamene per quelli, che non danno il loro assenso alle verità conosciute se non con maturità; che sanno dubitare nelle cose incerte; sospendere il loro giudizio nelle dubbiose; e negare ciò, che manifestamente è falso. Riguardi ai pretesi spiriti forti, i quali per distinguerli, e renderli a tutti gli altri superiori negano tutto, io li lascio nella sfera della loro elevazione […]”

Dom Augustin Calmet

Non abbiate timore, grazie al buon frate potrete, in primis, trovarvi tra gli angeli e gli spiriti buoni… a patto che il Creatore abbia volontà di renderli visibili. Almen così si dice: essi sono incorporei e solo in rari casi si manifestano. Sì, dovrete mettere da parte molto dell’immaginario da catechismo e da iconografia a cui siamo tutti abituati. Qui si parla di molte culture e altrettante religioni; la lettura di Calmet non è facile ma l’avvento di Massimo a metà del volume può ricondurvi su più concisi contenuti che concedono anche una migliore possibilità di comprensione di film contemporanei assai famosi, o aiutarvi nella lettura dei capolavori gotici che poi potrebbero apparirvi in uno spessore ben più considerevole e ricco di nuovo magnetismo.

CONSIDERAZIONI SULL’OPERA

«Inoltre, questo non vuole essere un libro scontato che tra un paletto di frassino e una bomba all’aglio infila il capitolo dedicato a capolavori come Dracula di Bram Stoker e Carmilla di Le Fanu per poi passare a Intervista col Vampiro di Anne Rice per poi infine scendere prepotentemente di livello con “distutibilissime” pellicole dal sapore più patinato con tocchi “soap” che di lercio sudario.»

Nella prefazione, Massimo mostra subito il suo appeal sicuro e duro, come ci aspetterebbe da un cacciatore dell’occulto di razza. In realtà, con queste parole che possono sembrare un po' giudicanti, si vuole dire la cosa più importante. Massimo sentenzia che “IL VAMPIRO È UN MOSTRO. PUNTO”.

Ormai si vedono licantropi innamorarsi e accoppiarsi in modi impietosi… vampiri assumere qualunque tratto possibile, soprattutto se quest’ultimo è sensazionalistico e lontano dai fatti veri, generati da storie altrettanto vere perché hanno creato reazioni. L’occulto è una cosa seria.

In questo libro è giusto che si parta con un trattato specifico di parecchie lune fa… così possiamo capire che ciò che adesso è puro intrattenimento una volta era una questione di VITA o di MORTE.

Restituiamo dignità a chi ha lasciato la terra dei vivi perché considerato troppo diverso da poter essere umano, a chi ha girato il mondo cercando di cacciare il male, a chi si è infestato con le polveri delle biblioteche di tutta Europa per tentare di creare un supporto “scientifico” all’uomo che deve salvarsi dalla fiamme della dannazione, o dalle grinfie assassine di un essere malvagio: sì, non si parla di pure fantasie ma di atti perpetrati da mani umane, poi se la colpa è stata data al Diavolo… beh si sa che la responsabilità scaricata su altri pare tranquillizzare i più.

Nel volume si parla molto di vampiri, ma si passa attraverso la notte scrutando anche lupi mannari, demoni che cercano la loro forma per unirsi carnalmente con gli umani; si può avvertire il freddo brivido che precede il sorvolare soave o l’inquieto dibattersi di un fantasma. Non dimentichiamo le streghe: è anche accennato il problema di come queste potessero raggiungere il luogo del sabba, anche se pare che la maggior parte di esse non si muovesse affatto. Se unguenti ed erbe possono farti vedere o raggiungere qualunque cosa… non si può ignorare la cronaca. Nell’ultima parte del volume vengono riuniti diversi fatti avvenuti realmente.

Ogni argomento è trattato brevemente ed è corredato di stupende illustrazioni che mostrano pagine di antichi trattati, foto di persone vere, disegni che mettono in forma informi timori. Le illustrazioni sono tutte in bianco e nero; alcune si presentano più grandi, altre come piccole apparizioni sugli ampi margini del libro. Quest’ultimo punto l’ho particolarmente apprezzato non solo perché richiama un aspetto di “tempi andati” ma anche perché è, in senso pratico, utile. Gli spazi bianchi lasciano al lettore la possibilità di appuntare, di apporre informazioni magari andate a cercare altrove… beh, il dubbio è sempre sano, secondo me. Possiamo creare il nostro personale manuale dell’occulto, se vogliamo. Restando sempre sulla praticità, posso affermare che il libro in questione è un valido punto di appoggio per chiunque ami la letteratura dell’orrore, nelle diverse declinazioni. A volte non si capisce perché Dickens tratti di fantasmi in un modo e un film del 2019 ce li mostri in un altro. Non comprendiamo perché quel preciso romanzo abbia avuto tanto successo e, alla fine, definiamo una lettura “un capolavoro” anche perché cerchiamo di ricondurci all’opinione comune. Il volume di Massimo può aiutare ad orientarsi, capire, formarsi su argomenti che non sono facili da riassumere in maniera completa ma ci si può comunque infarinare di chiarezze e formazione marginale sull’argomento.

La scrittura di Massimo è diretta, quasi giornalistica. Però… non manca di cedere alla volontà di toccar con mano la spalla del lettore, dato che ad esso si rivolge spesse volte. Ogni tanto ho percepito un tono dissacrante e mi è sembrato quasi cozzare con la dichiarazione iniziale che vi ho riportato a monte.

Sicuramente l’autore ha una forte personalità e come tutti i “cacciatori del mistero” che abbiamo potuto scorgere in film, fumetti o libri… anche lui è un tipo stravagante e forte delle sue convinzioni e della sua missione. A volte, forse, la forza sfiora la polemica. Ma credo che questo vada rispettato perché ognuno presenta il proprio lavoro secondo il modo personale, il ritmo del proprio battito cardiaco e la propria velocità di pensiero. Massimo pensa velocemente e scrive molto. Tanti argomenti non citano creature o leggende che sarebbe stato opportuno magari menzionare; poi, però, penso che questo libro sarebbe diventato enorme e illeggibile. Il lavoro di Massimo Mayde va visto nel suo complesso: se non vi parla del “monaciello” in merito alle paralisi notturne siate certi che potrete trovare qualcosa sui suoi social o nel canale di Youtube. Dobbiamo un po' cercare di stargli dietro. Posso affermare che una pubblicazione indipendente di tal genere sia un lavoro importante e ammirevole. Cercate di non farvi influenzare troppo dal fascino di Massimo… trovate la vostra personale missione.

Riguardo al target di pubblico vi rimando alle parole di Calmet che vi ho riportato nella parte introduttiva.

Buona lettura!

Ringrazio Massimo per avermi inviato il suo libro. 

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