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giovedì 15 ottobre 2020

MARY E IL MOSTRO


AMORE E RIBELLIONE. COME MARY SHELLEY CREÒ FRANKENSTEIN
di 
Lita Ludge

Ph Francesca Lucidi

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

Lita Ludge è nata in Alaska, ha dato vita a più di venti libri, creando per essi storie e illustrazioni.

Lita era una geologa, una curiosa cercatrice delle origini delle cose. Una donna che faceva un lavoro sporco, uno spirito forte che si è dovuto scontrare con la crudeltà di una malattia autoimmune. La sua condizione è riuscita a bloccarle le mani, i piedi… ad oscurarle la vista; la mente è rimasta vigile e ha trovato una nuova nascita ricreando un’altra Lita, da capo. Durante un viaggio nei luoghi d’Italia dove Mary e Percy Shelley vagarono affascinanti e addolorati, ecco che la salvezza scaturisce dalla potenza dell’esperienza vicaria, dall’ascolto della storia di una donna che è riuscita a vincere la morte facendola diventare un grembo, un organo generatore.

 La sofferenza che viene sopportata, poi capita, poi distrutta per creare qualcosa di totalmente nuovo. Dalle lettere e dal diario di Mary Shelley, Lita Ludge si immerge in un lavoro durato cinque anni. Oggi ci restituisce un volume che ti avvolge, ti raggela… e ti stringe nella potenza devastante di un racconto di dolore e ardore; amore sensuale, anarchico, che ancora dopo secoli non smette d'urlare, cantare e desiderare un mondo libero.

INTRODUZIONE

Pubblicato nel 2018 dalla casa editrice Il Castoro, a duecento anni dalla venuta al mondo di Frankenstein, MARY E IL MOSTRO è una biografia bizzarra, intensa, poetica; rispettosa e, sì, mostruosa. È la storia di una vita straordinaria e coraggiosa, immersa nelle ombre e nelle fitte voci della morte e della mancanza. Sono assolutamente fuori dal consueto queste trecento pagine che incarnano la sublime decisione di raccontare la storia di Mary Shelley in versi liberi; il tutto è avvolto dalle illustrazioni dell’autrice.

Questo volume “importante” si presenta come un poderoso albo. Le parole si stagliano su pagine interamente illustrate. Tutto è grigio, tutto pare avvolto da foschia, da spettri provenienti dal passato o nati nell’aria per restare liberi per l’eternità. Il libro è un lavoro portentoso che non solo ci racconta l’intera biografia della creatrice di Frankenstein ma circonda il risultato di una nutrita bibliografia, di un discorso sulle fonti; a fine volume sono inserite altresì le biografie di tutti gli attori dannati di questa nera storia, che riesce ad essere un canto d’amore e libertà anche quando i topi e una stufa spenta fanno danzare morte e miseria in stanze vuote, tra cuori infranti.

 C’è spazio per la redenzione? Un enorme mostro si avvicina a noi per annunciare una venuta, stiamo ad ascoltare…

MARY E IL MOSTRO

STORIA E ANALISI

LA CREATURA

Erano in tanti a non credere che fosse stata Mary Shelley,

poco più che adolescente, a scatenarmi […]

Le ragazze dovevano essere gentili

e obbedire alle regole.

Le ragazze dovevano essere silenziose

e ingoiare punizioni e dolore.

La bandirono dalla società

perché amava un uomo sposato.

Gli amici la oltraggiarono.

Il padre la cacciò di casa.

Ma lei non si nascose.

Non si lasciò zittire.

Lottò contro la crudeltà umana.

Scrivendo.”

Ph Francesca Lucidi

“Ora Mary è lo spettro

Le cui ossa sono diventate polvere,

ma io continuo a vivere.

Ascolta la sua voce!

Ha scritto la mia storia

E ora uscirà dalla tomba

per raccontarvi la sua.”

La Creatura senza nome, frutto della sfida dell’uomo alla morte, inizia questa storia nelle vesti di uno spaventoso imbonitore severo ma riconoscente e amorevole verso sua “madre”. Il mostro cammina alto, severo e smunto tra le grigie nubi avvolgenti le pagine del libro. Negli anni, la Creatura ha subito rimaneggiamenti fino a perdere una delle sue caratteristiche principali: l’essere senza nome. Ora si richiama la nostra attenzione per tornare alle origini, alla verità.

Mary si presenta davanti ai nostri occhi mostrando uno sguardo penetrante che, dalla copertina all’intera rappresentazione grafica fatta nel libro, ci guarda e narra… non solo con le parole ma grazie a multipli punti di accesso ai significati più profondi, e proibiti a una mente stretta. La cura dei tratti è straordinaria: ogni evento è descritto tramite i disegni o viene esaltato dalla forza simbolica di figure e gestualità. Ogni personaggio è scarmigliato, ha un viso marcato, ma può anche ridursi a una macchia scura che tra i tormenti di una vita diversa strilla dignità.

Ai più è noto il tenebroso convivio tenutosi in quella notte del 1816, “l’anno senza estate”, a Villa Diodati. Furono mesi di cielo intriso dal pulviscolo generato dell’eruzione del Monte Tambora in Indonesia. Lord Byron aveva affittato una villa in Svizzera e aveva invitato Mary Shelley e il suo “compagno” Percy. Dopo aver fatto sistemare in una zona secondaria la coppia, il lussurioso e controverso Byron, che attirava critiche ma anche numerosa attenzione per le sue opere, giunse di notte accompagnato da enormi cani abili a cacciare i lupi, e dal suo medico personale, il dottor Polidori. Da questo incontro, dallo slancio della noia e del turbamento di spiriti inquieti che dovevano trovar sfogo, nacquero mostri… vampiri…  tutta la ricchezza originaria della letteratura gotica.

Potrete scoprire come andò sfogliando le pagine di questa epica biografia che genera lacrime e puro fuoco.

Ma Frankenstein non nacque all’improvviso, come imprevisto risultato di un gioco di società.

La Creatura fu il frutto di una gestazione di nove mesi, e farfugliò i primi vagiti poco dopo la nascita di un esserino in carne e ossa, Clara, la seconda figlia femmina di Mary e Percy. Questa coincidenza tanto coincidenza non è.

Andando a ritroso e in avanti, poi guardandosi intorno: nella Villa c’era anche la sorella di Mary, Claire. Byron diventerà un indesiderato e spietato cognato. Shelley aveva avuto sollievo da un’eredità che aveva strappato alla misera la famiglia non convenzionale di una cognata e una coppia “clandestina”, che sì, si sposerà… ma non per coronare un sentimento che non aveva bisogno e voglia di riconoscimenti, ma per essere il capriccio o l’escamotage escogitato da Shelley dopo un tragico suicidio.

Sucidi, colpe e morti premature: il dolore fu il cavallo fedele che trasportò i personaggi nelle loro vite, a fianco il destriero bianco e selvaggio della passione, del coraggio e della voglia di cambiare il mondo.

Troppi bambini smisero di agitare le manine, cullati dall’oblio. Una bimba sepolta di fretta sul lido di Venezia, un erede maschio avvinto dalla malaria; una creatura nata prematura che distrusse il generoso e impavido cuore di Mary a soli diciassette anni.

HO DICIASSETTE ANNI

E sono già

figlia di uno spettro

e madre di un pugno d’ossa.”

La polvere di anni duri, freddi, divisi tra la furia di un uomo forte ma fragile, debole nella sua ricerca di attenzioni dove non dovrebbe cercarne. Un poeta straordinario, ignorato. Un padre assente che fuggì con una quasi bambina, che dovette sopportare l’assenza del suo di padre.

Una matrigna, una donna greve e dispotica che riuscì ad avvelenare il cuore del padre dell’anarchia, e della madre della Creatura. Mary venne alla luce dalla morte di quella che viene considerata la madre del femminismo… Mary rigirò nella bocca la colpa per anni, fino a sentire quanto fosse fiera di essere il prolungamento e il frutto della “Madre della libertà”.

Ph Francesca Lucidi

“D’improvviso capisco che non ho rubato la vita a mia madre,

quando sono nata.

Me l’ha data lei, proprio come adesso ho dato vita a mia figlia.”

 L’infanzia passata a nascondersi per ascoltare i versi recitati da Coleridge nel salotto di casa strappata via dalle mani di una donna sformata che tira i capelli di una bambina innocente, diversa, cresciuta come unico ultimo baluardo di una fortezza della libertà che si traformò nell’oscura bottega di un uomo fallito e succube.

Un viaggio in Scozia come balsamo, anche se Mary va incontro al suo destino da sola, cullata dalle onde, scacciata… mandata via come un pacco da non rispedire al mittente.

Due poli a disequilibrare una storia che sopravvive e riluce in bilico sull’orlo di un baratro: la morte, e l’amore più forte di ogni convenzione… l’amore per Percy Shelly, il ricco ripudiato promettente poeta che arrivò nella vita di Mary “come un tuono”.

Una coppia fece l’amore nei pressi della tomba di una madre: questa unione fu in realtà la dimostrazione data a chi da sottoterra vedeva solo fallimento, tradimento.

Ph Francesca Lucidi

PROMESSE INFRANTE

Nostro padre ha promesso

libertà, amore, uguaglianza

per le donne.

Ma per me sembra

aver chiuso la porta

su qualsiasi futuro

che non sia quello di vendere libri.”

Ph Francesca Lucidi

 Nel corso della lettura, i morti e l’ammirazione per loro avvicineranno molti personaggi, il lutto sarà un motore straordinario per la redenzione finale.

Purtroppo, tra i resti, dovremo anche raccogliere un cuore carbonizzato avvolto in una pagina ricamata di versi. È tutto vero, è la storia di Mary Shelley…

“Non abbiamo bisogno di denaro.

Siamo poeti,

anarchici,

profeti;

nelle nostre tasche portiamo soltanto

amore per l’universo.

Berremo latte acido e mangeremo pane stantio.

Attraverseremo le montagne a piedi!”

Buona lettura… la mia intenzione non era raccontarvi per filo e per segno come andò ma invitarvi ad avviarvi da soli tra le pagine di questo libro, che merita la riunione di tutti vostri sentimenti e di ogni forza e compassione presente nella vostra anima.

Ph Francesca Lucidi

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