martedì 15 dicembre 2020

IL BAMBINO CHE PARTÌ PER IL NORD ALLA RICERCA DI BABBO NATALE

 UNATTO DI FEDE, UNA RICERCA PER SALVARE LA CAPACITÀ DI SOGNARE

GELO, CANI DA SLITTA E STRANE ORME GIGANTESCHE

VOI COSA CREDETE DI AVER VISTO? LA SCAMPEREMO? 

PER MERITO DI CHI?

di Kim Leine

Illustrazioni di Peter Bay Alexandersen

L’AUTORE

Kim Leine è nato nel 1961 in Norvegia, in un paesino rurale. Da ragazzo si è trasferito in Danimarca, a Copenaghen, dove studia infermieristica. In seguito, si sposta in Groenlandia. Nel 2004 torna in Danimarca, e si dedica alla scrittura. Scrive numerosi libri per adulti di successo: vince anche il Premio del Consiglio Nordico per il romanzo storico Il fiordo dell’eternità, tradotto in quindici paesi. Ha scritto tre libri per bambini, tutti ambientati nel Nord, l’estremo Nord.

LA TRADUZIONE

Curata da Ingrid Basso, ricercatrice in Filosofia teoretica presso l’Università Cattolica di Milano, insegnante di Filosofia della comunicazione all’Università Cattolica di Brescia. La Basso lavora come traduttrice dal danese e dal norvegese, e collabora con la pagina culturale del Manifesto.

IL BAMBINO CHE PARTÌ PER IL NORD ALLA RICERCA DI BABBO NATALE

Ph Francesca Lucidi

INTRODUZIONE

Edito da Iperborea nel 2019, un volumetto birichino che commuove ma qualche brivido lo regala, non solo per il freddo. Un atto di fede, un percorso di formazione per un papà; il riscatto della fantasia, perché per crescere c’è sempre tempo, ricordandosi che farlo non implica il privarsi dell’emozione di un momento, del sogno, della speranza. Babbo Natale, dopotutto, è un simbolo. Evoca l’attesa, è una metafora comprensibile del premio e della “punizione”, è l’invisibile che è necessario per riuscire a mantenere la capacità di non farsi schiacciare dal reale… quando in realtà è il nostro modo di reagire ad esso che vince, che crea ciò che diventa tangibile partendo solo dalla nostra fede.

Una copertina rigida, ruvida, che pare un piccolo quadro; anzi, penso che a Natale non starebbe male esposta fuori dalla libreria. Illustrazioni che sono dolci, che sono naturalisticamente credibili. Ogni disegno è marcato di fiaba e infanzia. Ma badate bene alle espressioni dei cani… sì, le illustrazioni forse ci dicono qualcosa che la mente non vuol “vedere”.

Nell’estremo Nord c’è ghiaccio e neve, e mare scuro. Tutto è bianco e nero, e blu profondo. Anche gli animali richiamano gli stessi colori, quei pochi abitanti non umani che spesso vengono cacciati perché parte dell’alimentazione di sussistenza per villaggi estremamente isolati. Il vento è fortissimo, gli alberi non ci sono. La neve è ciò che tutto ricopre: sulla neve si cammina, sotto di essa si conservano i cibi; se si sposta un po', con fatica, si possono scovare diverse cose nascoste poco prima dalla tempesta. Un intero capanno di caccia piò spuntare solo con uno stretto comignolo. Per noi, tutto può apparire affascinante o inospitale, in realtà il vero è fatto di entrambe le cose. Una regola fondamentale c’è, tra le altre: bisogna sempre lasciare sulla stufa una scatola di fiammiferi aperta, ricordando di lasciare due cerini che spuntano. Le mani possono esser ghiacciate, ma ghiacciate davvero, in quel modo si permette a chi voglia scaldarsi di accendere più facilmente la stufa. In Groenlandia ci si abitua a piccoli gesti e consuetudini che costituiscono la sopravvivenza: un fucile sempre accanto, dei cani forti e fedeli, una slitta veloce, del caffè bollente e soprattutto una cioccolata calda; bevande gustose, ma qui sono elementi che permettono al sangue di continuare a scorrere e non ghiacciare come tutto ciò che è liquido e sembra cedere al duro clima.

Ph Francesca Lucidi

Pare tutto un gran casino, in verità chi ci abita è abituato e sa cosa fare. L’uomo è fatto per abituarsi, per resistere. L’evoluzione è fatta di un susseguirsi di resistenza, motivazione, e un pizzico di ingegno… che pare magia. Qui la fantasia e la magia hanno la voce del piccolo Andreas.

Andreas ama il Natale, e nel villaggio tutti sanno che non possono affezionarsi troppo all’albero del paese perché il vento è subito pronto a spazzarlo via. Ed ecco che gli alberi si sostituiscono, con difficoltà dato che è difficile reperirli. Dopo Natale non occorre neanche togliere l’ultimo abete rimasto: il vento ci pensa da sé. Ciò non toglie che i simboli festosi non mancano: nelle scuole, nelle sale comuni e nelle case si preparano addobbi e si cantano canzoni. Tutto è molto buio, le ore di luce sono davvero pochissime. A fendere l’oscurità ci pensano le lucine poste sulle finestre delle case, internamente, e le lanterne poste su ogni slitta. Vedere le slitte andar giù per il pendio è uno spettacolo che pare inneggiare alla festa più di una moltitudine di alberi addobbati. C’è un problema, qualcosa che stona e preoccupa Andreas: il papà non ama il Natale.

LA TRAMA

Siamo in Groenlandia! Quale miglior posto per sentir meglio la risata di Babbo Natale. Non tutti hanno nel petto l’attesa del visitatore magico del Natale, o ritagliano pezzi di carta rossa sentando quel calore che durante le feste ti avvolge anche se fuori c’è la neve a render tutto freddo ma fatato.

“Il bambino si chiamava Andreas e il Natale gli piaceva da morire.

Piace anche a te il Natale? chiese alla mamma.

Certo che mi piace, rispose lei.

E a te? chiese alla sorellina, che si chiamava Sofie.

Sì, certo. Basta che non soffi sempre questo vento, rispose lei.

E a te papà? Anche a te piace il Natale?

No, rispose il papà. Io odio il Natale.”

Uno shock per il piccolo Andreas, il papà è categorico: “Il Natale è una stupidaggine”. Un bel problema quel viso incredulo e infastidito in una famiglia che sta lì e festeggia con poche cose e tanto amore tutto intorno. Il piccolo non si dà per vinto. Il meraviglioso approccio dei bambini alla vita: nulla è scontato e nulla è perduto, si può sempre andare alla ricerca di risposte e conferme, di prove e tesori. Nulla è categorico e mettono in dubbio tutto.

Andreas propone al papà di andare a Nord, lì abita Babbo Natale: chi meglio del barbuto e panciuto magico omone può riportare la fede, la fiamma del credere a qualcosa che non si vede, ad amare un’idea o un sogno. Il papà fa molta resistenza, ma alla fine cede, chissà perché? Qualche giorno prima della Vigilia di Natale si preparano slitta e provviste e i due si recano a Nord, tra sconfinati paesaggi, gelo, foche in lontananza e fucile sempre pronto. Andreas guida la slitta, e il suo cane Thor è il quarto della fila. Thor è il migliore amico del piccolo, insieme alla mamma, alla sorellina e al papà. Un piccolo mondo dove non serve chiasso, folla o troppe cose per provare i sentimenti veri e profondi della vita.

Il papà è convinto che una gita male non può fare, e via via pare assecondare Andreas nella ricerca di Babbo Natale. Arrivano al capanno di caccia, completamente ricoperto di neve. All’interno è tutto spoglio e un po' sporco, in poco tempo la stufa viene accesa e i giacigli preparati; ovviamente Andreas si adopera a ripulire tutto. Il bimbo ha un animo ecologista e animalista, e questo ci piace, e apprezzano anche le foche!

Il papà ascolta con attenzione il figlio, il piccolo ascolta gli insegnamenti del padre sulla sopravvivenza e li memorizza e ripete. Una scena fatta di sacchi a pelo, una vecchia stufa, e un libro di storie. Andreas ama molto i libri di storie, e ha in sé una fede incrollabile nelle sue fantasie, nella magia e in Babbo Natale.

I cani iniziano ad esseri inquieti, fuori dal capanno si riconoscono le voci di Thor e Carota, qualcosa pare camminare sul tetto: si sente sbuffare, si sente un rumore che non pare un verso o una voce. Il papà sta seduto dritto con il fucile pronto. Il fumo della pipa riempie l’aria di una nebbia densa. Qualcuno vuole entrare… forse Babbo Natale ha ascoltato il richiamo di Andreas? Il fucile però è pronto.

Orme gigantesche, poi una Vigilia con un regalo inaspettato. Quale sarà la verità? Un viaggio di formazione non per un bambino ma più per un adulto, che adesso sorride e, secondo me, nasconde un piccolo segreto nel suo cuore rinnovato.

Se lo leggerete spero mi farete sapere cosa avete compreso o creduto del finale. Qualcosa non torna… o forse nelle riletture sono passata da tremar di gioia al tremare di paura. Il significato sospeso è un mio forte dubbio, che mi piace.

Devo infilarmi delle pantofole calde ora, e sono fatte di un materiale raro e particolare: qui in Groenlandia bisogna sopravvivere con ciò che la Natura offre, o purtroppo si deve prendere. Se fossi lì con voi preferirei del normale velluto!

ANALISI E CONSIDERAZIONI

Una storia che ha i colori dell’inverno, anche perché si svolge dove il freddo è più perenne dei ghiacciai sofferenti. Un viaggio tra il gelo dei paesaggi e tra quello dei ricordi. Ah, gli adulti! Una tipica frase? Basta riportarvi cosa risponde il papà di Andreas quando il piccolo cerca di colpire a suon di occhioni speranzosi una parola rigida come una stalattite, e altrettanto affilata: “INDISCUTIBILE”. Impedire a un piccolo umano incorrotto nella curiosità di poter cercare motivi, risposte o soluzione… quale scemenza! Tornando a noi, sapete come spiega “indiscutibile” il papà di Andreas?

“Vuol dire che è così e basta.”

Magari nel papà di Andreas giace un bimbo a cui è mancato un pezzo, che sia di carta, che sia un biscotto. Probabilmente un bambino ferito e bloccato dalle convinzioni di altri adulti deve essere salvato da un altro bambino, suo figlio. Già, a casa del papà di Andreas non si festeggiava il Natale, anzi era quasi vergognoso anche solo pensarlo.

A un certo punto qualcosa scocca o brilla, una stella diversa? Sarà che la cioccolata sorseggiata durante il viaggio ha sciolto un grumo di risentimento o semplice rigidità “da grandi”? Se prima la fantasia di Andreas era il solo motore della vicenda, a un certo punto forse la salvezza verrà dalla fantasia di qualcun altro, di chi era un po' infastidito da tutta questa questione del Natale. Sì, state pensando bene, proprio lui.

Una scoperta verrà fatta, ma dobbiamo credere a ciò che le illustrazioni mostrano e Andreas vede? A ciò che il papà, con la voce, quasi tremante, conferma?

So che vi sto facendo molte domande. Problema mio che sto proiettando le mie sensazioni: però mi piace pensare che il lieto fine non sia sempre così chiaro ma che possa essere creato, raccontato, plasmato da una storia e fatto protezione, cura. Proteggere il sogno di un bambino salva un adulto da una vita di risentimenti e privazioni, questo lo credo fermamente.

Un regalo sotto l’albero probabilmente è un indizio. Bisogna anche stare attenti alle orme, dimenticavo. Anche se Andreas ha una risposta, plausibile?

Qualcuno ha salvato capra, cavoli e cani? Ma chi può essere stato...


Fatemi sapere! Sicuramente vi auguro di scongelare qualunque convinzione o pregiudizio che possa impedirvi di vivere una gioia, o una preziosa condivisione.

Buona Lettura!

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Grazie! 

 

 


sabato 12 dicembre 2020

LE MIRABOLANTI AVVENTURE DI GATTO MERLINO

 FIABA, TRABOCCHETTI, LA FAVOLA STA DIETRO L'ANGOLO E HA IL PROFILO DI UN GATTO.

MAGIE E RIFLESSIONI TRA STORIE DINAMICHE E RICCHE DI ILLUSTRAZIONI STRABILIANTI

Testi di Paolo Migliorelli

Illustrazioni di Angela Gubert

Ph Francesca Lucidi

INTRODUZIONE

“Mondi Possibili”, la collana che comprende questo volumetto strabiliante, divertente, adatto a tutta la famiglia. Edito da Aliribelli Edizioni nel 2020, nato dalla fantasia di Paolo Migliorelli e trasformato in immagine grazie alle illustrazioni di Angela Gubert.

 Beh, tra queste pagine si parla spesso di mutazioni e di cose che appaiono, scompaiono o cambiano natura; direi che spesso nella trasformazione alcuni si esaltano come esseri viventi, e soprattutto pensanti. Un gatto appare in copertina carico di strani oggetti, la sua ombra rivela contorni inaspettati: uno stile immediatamente fiabesco e magico, che fa promesse… e posso garantire che le mantiene tutte. Girate la quarta di copertina: un cappello da mago (o da strega?), strane ampolle, uno specchio, pergamene e una citazione che spiega la forma della misteriosa ombra. Stregonerie e avventure, personaggi toccanti, cattivi cattivissimi; non siate pigri come la Morte, anzi forse potrete esserlo gustandovi questa storia letta dai vostri bambini, o magari stando con questo volumetto arancione quieti su una coperta. Il freddo va lasciato fuori, ve lo devo ricordare. Tappate ogni fessura, tirate le tende perché i contorni di un castello dalle strane luci notturne imperversa all’orizzonte. La luna è tormentata da malefiche megere, una bellissima donna percorre la strada con uno specchio in mano; vi invito a tenervi lontani da questi soggetti, tanto potrete gustare tutto dal vostro posto sicuro, con un gatto speciale che fa la guardia fuori dalla finestra. A proposito, vi piace il cioccolato? Dicono che acquieti gli animi più tormentati e possa persino spegnere i brutti ricordi; per scoprirlo… venite con me!

MIRABILIE, Signore e Signori

Diciamocelo subito, se il vocabolo “mirabolante” richiama qualcosa di stupefacente, e la sua origine contiene tra le righe di spiegazione anche la parola “scherzo”, sappiate che qui di tranelli ce ne sono parecchi, e non mancano di certo le straordinarie vicende che possono meravigliare, aguzzare la fantasia, portare in altri tempi e luoghi; farvi mutare la pelle perfino!

Cinque piccole fiabe tenute insieme dal cammino di Gatto Merlino: IL CAVALIERE DI CIOCCOLATO, LA BAMBINA DELLA STEPPA, DONNA CITRULLA, IL CASTELLO STREGATO DEL NORD e GLI ANIMALI DELLA SAVANA.

Nessuno conosceva la sua vera identità, ma era chiamato da tutti “Gatto Merlino”, sia perché era piuttosto bravo con la Magia e sia perché affermava di essere un gatto trasformato in un uomo per essere un mago, uno tra i più grandi, come mago Merlino che tanto ammirava.

Ed ecco che Merlino lascia la sua amata padrona e parte verso paesaggi stravaganti, al confine tra la “storia” e il reale. Sente il richiamo della natura di mago, si sa che i maghi sono curiosi e si trovano sempre in mezzo agli affari di qualche strano personaggio. Chi non chiederebbe l’aiuto della magia se si potesse?

Un cavaliere ritrova i suoi “occhi da uomo” anche se saranno rinchiusi in un involucro di cioccolata; il passato sfuma… ma a volte i vecchi errori tornano a trottare verso di te, e tu devi prenderti tutte le responsabilità. Si può vivere il presente e si può guardare speranzosi al futuro senza dimenticare il passato? Forse quest’ultimo è necessario, la differenza possiamo farla noi: un’armatura, anche se dolce, non protegge dalle amarezze che portiamo nascoste nel cuore. E allora, affrontiamo le prove a cui siamo chiamati, sia anche fare ammenda!

Per prepararsi a qualunque movimento bisogna restare ben caldi, un focolare può essere assai utile, qualcuno lo ha chiamato “Candela del Cuore”. La luce e il calore devono tenere lontani i malintenzionati che possono assalire chi è rimasto solo; ma, dopotutto, se guardiamo bene qualcosa di magico potrebbe celarsi dietro l’angolo da cui un assalto felino può spazzar via il Signore del Vento, e i brutti pensieri su chi ci ha abbandonato. Meglio saper attendere chi vuole tornare da noi, la Speranza anche qui ci richiama.

Ph Francesca Lucidi

E voi, credete di essere belli? Belli nel senso estetico direi… qui dovrete stare attenti agli specchi, sappiate che possono catturarvi in modi terribili. Anche se qualcuno non è detto che protesti. Una Donna Citrulla andrà su tutte le furie per uno specchio frantumato, fortuna che qualcuno molto poco furbo si farà guidare dalla propria tracotanza.

E dopo tutti questi bei problemi bisogna anche arrampicarsi lì, verso il castello diroccato. Nel villaggio strani timori sussurrano “streghe!”. Di certo è bene difendere sé stessi e gli altri, ma dobbiamo farci trovare preparati. I cattivi fanno tanto chiasso e ghignano come se avessero studiato alacremente alla scuola dei ghignatori, ma non sanno fare molto altro; alla fine sono un po' stupidi. Sapete che dicono che la cattiveria torna sempre contro chi la perpetra? Potrebbe essere verso come è sicuro che una zuppa di streg… roditore avrebbe davvero un saporaccio.

Ph Francesca Lucidi

Non si sa mai se si ha davanti un animale o una persona. In queste storie c’è da aguzzare l’istinto. Ecco, proprio il sentir dentro è ciò che farà arrivare un’accorata richiesta d’aiuto a Gatto Merlino. Una profonda riflessione sulla natura umana, tra leggere considerazioni e problemi pratici… di chi, magari, starebbe meglio se fosse una giraffa o una tartaruga. Gli umani devono preoccuparsi di cose così fastidiose, come nascondere le rughe della vecchiaia, o convivere con un aspetto da modella; e poi una grassa corporatura non è un problema per un ippopotamo quanto lo è per un panciuto uomo con i baffi.

Questo volume è dinamico, moderno quanto profumato di antiche magie. Le storie sono brevi e le parti dialogiche coinvolgenti. Adatto anche ai bimbi più piccini, se saprete interpretare bene le voci!

A tal proposito ho un’idea da proporvi, perché non prendete qualche scialle, un paio di scarponi malandati, uno strano cappello e un sacco di patate? Sarebbe divertente interpretare queste storie che ben si prestano a una recitazione degna delle piazze più gremite di curiosi. Non sarebbe un bel modo per movimentare il Natale in famiglia?

Le stupende illustrazioni vi aiuteranno: in bianco e nero e di misure così svariate da farvi correre gli occhi in su e in giù. Da disegni a pagina singola fino a scene che se la comandano da piccoli spot che non racchiudono solo visi o oggetti ma intere sequenze narrative. L’immaginazione ci permette di conoscere il mondo della nostra mente; dovrete ormai sapere, parlando con me, che la nostra testa funziona per immagini, e da lì partono le narrazioni che ci facciamo su di noi e sul mondo. Sapersela cavare con la fantasia è la garanzia di una grande conoscenza, e abilità! Forse magia?

Ringrazio Aliribelli Edizioni per la copia.


Buona lettura. Mieow!

 

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giovedì 10 dicembre 2020

ANIMA ANTICA

 UN ROMANZO SULLA MAGIA, UNA RIFLESSIONE SULLA MEMORIA E IL POTERE INTERIORE; ATTRAVERSO RISVOLTI DAI MILLE GUSTI

di 

MONICA MARMENTINI

Ph Francesca Lucidi

L’AUTRICE

Monica Marmentini vive tra le sponde del Lago di Garda e del Lago d’Idro. Una lettrice appassionata, un’anima in ricerca. Il fantasy ha sempre stuzzicato qualcosa nel suo stomaco, una fame atavica, una necessità di attraversare storie vecchie, piene di vite straordinarie da parer solo frutto di una fantasia magica. Quella fiammella al centro del suo corpo si è evoluta, in viola splendore ha portato in superficie una necessità: scrivere Anima Antica.

Nonostante Monica si destreggi tra vari generi, ha trovato la verità nelle visioni fantastiche che tanto la affascinavano; ora parla ai nostri petti, alle nostre aure imprigionate in una “realtà” che cela altro. Monica ha saputo raggiungere la sua energia per inondare il lettore curioso, puro e aperto a viaggi che richiamano le radici dell’umanità, del bene e del male, dei comportamenti e dei poteri che muovono le ere, aldilà di ciò che appare in un frenetico organizzare delle ore.

Monica Marmentini ha il talento del narrare, non solo assemblando parole ma evocando vere e proprie cerimonie di elevazione, purificazione, liberazione. Nella semplicità mostra una grande forza.

ANIMA ANTICA

INTRODUZIONE

Edito nel 2019 da Genesis Publishing, questo romanzo è avvolto da ombre e profili che da una copertina violetta ci introducono a domande che avranno soddisfazione in una narrazione che ti prende per mano, dolcemente. Materne attenzioni, amorevoli cure per il lettore che viene catapultato in una storia comune a tutti, in partenza; i risvolti sveleranno cose che ancora si ha bisogno di raccontare, evocare.

La riappropriazione è il diritto che si rivendica e afferra ad ogni pagina. Un narratore che si avverte subito come femmineo, almeno così mi ha dettato l’istinto, accompagna i personaggi verso un’evoluzione “potente” che può far giungere il lettore a un cambiamento. Disfatte, capitomboli fortuiti, voci dal bosco… piano piano una vita pare mutare e, come sempre accade, mette in moto energie e vite plurali.

Se prestiamo ascolto, attraverso numerose domande, considerazioni semplici quanto difficili per una mente focalizzata nella gabbia degli impegni, posso assicurarvi che magari potrete prendere decisioni, finalmente.

Un libro di estrema dolcezza e indomito coraggio, di commozione e magia:

“La magia è ovunque nel mondo,

per chi ha occhi per vederla.”

Conoscerete questa magia in un modo leggiadro, altre volte spietato. Un fantasy che profuma delle cose belle e vere della vita. A me piace pensare che sia tutto vero, anzi, non stento a crederlo.

Sì, potrebbe parlare di streghe, ma nel modo più rispettoso e profondo che si possa desiderare.

Anime, iniziamo questo altro cammino… dopo altri che forse non ricordate, ma forse potreste veder riaffiorare.

TRAMA E TEMATICHE

Adele, una ragazza educata, amata, non particolarmente appariscente ma sicuramente speciale. Una carriera prestigiosa, una vita in città per lei e il marito Samuel; entrambi presi tra scadenze, progetti professionali, affitto, mondanità. Inviti a cena, obblighi sociali. Tutto fila liscio, su una superficie asettica e lucida, abile a far scivolare chi sbaglia un passo. A riscaldare una vita senza tempo, o meglio con un tempo che si percepisce in saltuarie boccate di libertà dall’orario lavorativo, l’amore. Samuel è bello e desiderato dalle donne, ma lui ha scelto Adele… come anche il destino, che a un tratto si presenta alla porta della giovane, perché è giunto il tempo. Siamo sempre capaci di aprire la porta e accogliere un invisibile ospite che sopraggiunge per restare, rimestarci dal di dentro?

Amanda, la madre di Adele, annuncia alla figlia che la vecchia casa di nonna Amelia deve essere venduta. A Adele la scelta: liquidare la parte degli zii o dimenticare e continuare la propria vita tra muri stretti che sembrano non esseri adatti ad alcun proprietario. Amanda sa, avvertiamo qualcosa che aleggia nelle parole della donna che sentiamo a disagio, sempre, anche se è piena di amore e attenzioni per la dolce Adele.

La ragazza ha già scelto, Samuel adora il non poter nulla contro l’entusiasmo della sua sposa.

La vecchia casa della nonna pare nascosta nel tempo, nella natura. Ogni muro, finestra o poltrona promette storie, calore… ma nella realtà il tutto richiede davvero un gran lavoro. Qualche conto, una calcolatrice e un computer, una strada percorsa tra i ricordi che timidi cercano di sfiorare le spalle di Adele.

La vita accade sempre mentre stiamo facendo qualcosa di altro: programmare, quale vezzo umano così lontano dal destino che essendo perpetuo non se ne cura.

Un ricettario rosso inizia a fare l’incantesimo che ci cingerà tra profumi, ingredienti, procedimenti e trucchetti golosi. Il tempo in quella casa sembra davvero tornare a mostrare il suo manto argenteo e non la marcia serrata che in città rimbomba nella teste di chi è nudo e grigio in un successo forse apparente.

I cambiamenti sembrano terminati? No. Una corsa in bicicletta si concluderà quasi addosso ad una donna sbucata dal nulla, da un sentiero “segreto”. Tea entra nella vita di Adele, con la sua bottega di erboristeria, con infusi e tazze fumanti che circondano Adele che inizia a sentire cose mentre l’amica, snella, bella, nota, la introduce a considerazioni e domande che iniziano a volteggiare a braccetto con le immagini di nonna Amelia, la nonna che dalle mura della vecchia casa sembra richiamare a una ricerca, a uno sforzo di memoria che esula dal semplice organizzare una lista di cose da fare da rimembrare per bene.

Dopo qualche week end, dove avremo il piacere di godere di fiere natalizie, di sentire il gusto di un bacio al sapore di frittelle dolci, ecco che, seduti con ancora addosso l’odore delle castagne sugli abiti, dobbiamo assistere al disfacimento dell’ordinaria e ordinata vita di città di Adele e Samuel.

Qualcosa deve finire perché altro possa iniziare. Un male apparente può contenere la luce, che sempre trova spazio dopo l’oscurità. In realtà saremo tutti parecchio felici. Bagagli pronti! Ci sono legna da ammassare, stufe da rimettere in moto, un forno da far lavorare a pieno regime.

Una donna in carriera si ritroverà a creare dolci che renderanno felici tante persone, la vera amicizia si mostrerà aldilà dello sfarzo e del chiasso. L’anzianità si farà spazio con le sue risposte: Corinne, la nonna di Tea, la donna che compare sempre al momento giusto e sarà davvero necessaria. Adele in quella casa inizierà a sentir brulicare qualcosa che può spaventare, ma che fa sentire così vivi, potenti.

Il sogno è uno spazio dove gli antichi credevano si celassero molte più verità che nella veglia. Incubi, volti, premonizioni, viaggi astrali. Un corpo che si stacca da sé stesso per ritrovarsi in epoche lontane.

Tea sembrava avere ogni risposta alle stranezze aveva iniziato ad avvertire, Adele, poi, sarà la vera sapienza che sofferentemente gira le sue pagine dal libro della via, della memoria, del potere. Anche libri fisici dovranno essere ben scrutati, e anche cercati. Corinne compare quando ce n’è bisogno, ma non pensiamo di poter trovare noi stessi nella sapienza altrui, il cammino è solo nostro, e si parte a ritroso per poi volare alto… dove forse una “guida” ci riporterà verso la verità. Anche la felicità non è sempre frutto di una ricetta ben eseguita, anche se Adele ormai in quel campo ha preso la mano, grazie al ricettario rosso lasciato da nonna Amelia. La felicità può interrompersi con una telefonata, la morte può sedersi allo stesso tavolo della gioia, dell’evoluzione. Cosa possiamo fare noi? Qui entra in campo un po' di fantasia, ma potrete scovare metaforici insegnamenti a una resistenza e a un’antifragilità fuori dal comune.

Gli occhi, badate bene agli sguardi di chi incontrate: qui ogni sfumatura riporta immagini sfuggenti; passione, terrore.

Il viaggio è lungo. Ci si può rasserenare su una poltrona azzurra, quanto bruciare tra le fiamme della stoltezza sanguinaria dell’ignoranza.

Riflessioni profonde sulla famiglia, storie parallele, segreti e sussurri. Radure e tragedie che sembrano non capitare mai per caso. Vita per vita una storia si continua a raccontare. Scelte dolorose o amori trionfanti. Ognuno ha il suo cammino.

Cos’è un’Anima Antica?

La risposta la troverete tra pagine. Sappiate che l’autrice ha una conoscenza profonda di ciò che dice: magari potrete iniziare ad organizzare un diario, appuntare riflessioni, spunti, informazioni storiche. Il paganesimo non fa parte solo delle lezioni di storia, così superficiali sull’argomento, ma è un termine che racchiude persone vissute o morte nell’autenticità di una vita votata ad ascoltare il mondo con rispetto, a toccare gli altri e le cose con l’amorevole cura di una madre… così come la Natura fa con noi: protettrice, insegnante, severa mentore, crudele allenatrice.

L’intera trama scorre sulle radici dell’essere.

Seguite Adele, cambierete, forse.

Per saperne di più dovete varcare il viale, dopo aver aperto la porta alle Anime Antiche; forse lo siete anche voi.

ANALISI, CONSIDERAZIONI E DOLCI SORPRESE

ANIMA ANTICA è un profondo percorso all’interno della memoria, personale e non. Palmi su palmi donne raccontano ad altre donne origini, conoscenze, significati. Le generazioni vengono attraversate grazie al tocco dell’autrice che riesce a tirare i fili dell’inconscio, a parlare di profondità che richiamano la storia: modernità, saghe familiari, dolori tangibili e orrori lontani che riportano all’Inquisizione, al soffocamento delle antiche sapienze e delle genti dei boschi.

Attraversiamo paesini del nord dell’Italia, sentiamo foglie sotto i piedi, avvertiamo l’odore dell’umidità che emana da acque primigenie che possono simboleggiare tranquillità, o un elemento che richiama a gran voce le “sorelle” che parlano attraverso lingue dimenticate, danze, braccia rivolte al divino affetto che il Tutto può manifestare a chi sa invocare la forza.

La magia è reale: si possono conoscere le radici e le motivazioni del paganesimo; si conoscono le streghe per ciò che erano… donne, persone depositarie di rimedi, cure, ascolto e legame con il potere generatore dell’umanità e della Natura.

La scrittura accompagna dolcemente accogliendoti in vicende zuccherose intervallate da amari eventi: lo Yin e lo Yang, il freddo e il caldo si fanno spazio tra gli accadimenti e le stagioni.

Ci si sente parte di ogni cosa, da una cena tra amici, al sentore di una pizza filante, all’angoscioso silenzio di un ospedale. Non c’è sempre il lieto fine, non immediato. Una bambina si pone il problema dell’affollamento delle anime nell’aldilà, quale potrebbe essere la risposta? Avete mai avuto una strana sensazione conoscendo persone nuove, guardando posti mai visitati: appartenenza, pace o paura. Solo scherzi della mente? Quando diciamo “me lo sentivo” che valenza potrebbe avere?

Monica conosce ciò di cui parla; fa vivere ai propri personaggi viaggi astrali, riti, ipnosi. Dietro ogni pagina si evince un lavoro di studio che probabilmente parte prima della nascita del romanzo.

Alcune parti sono come lo scialle rosso che Adele si getta addosso, guardando lo spettacolo che dalla sua finestra la chiama e la riconosce… lo scialle della nonna, sì. Altre parti sono luci nell’ombra, perché nell’ombra devono agire molte cose, non per il male ma per esser sicure di non essere viste ma percepite, e di fare un buon lavoro. Ombre e luci lavorano all’unisono, e noi ci troviamo a farci domande sui nostri desideri, a scrutare all’interno per comprendere se ciò che vediamo all’esterno è ciò che dobbiamo perseguire, ciò che ci rende “fecondi”.

Cosa davvero desiderate? Quando vi siete fermati, l’ultima volta, ad ascoltarvi?

˜

A corredare la magia di un romanzo che è diario, memorie, grimorio (scoprirete cos’è) tre ricette da provare. Io ho accettato la sfida, o meglio l’invito. Sentire il sapore di ANIMA ANTICA è possibile… non ho mai letto un libro che abbia anche un gusto vero, non figurato.

Da parte mia e di Monica, vi lascio la ricetta della TORTA AL CIOCCOLATO. Per le altre dovrete prendere con voi questo volume. Se volete fare qualche modifica credo non sia un problema, ognuno ha le proprie “formule”. Io ho inserito tre uova e ho sostituito il burro con la margarina agli Omega3. Per avere un cuore caldo seguire alla lettera i diciotto minuti di cottura, per una torta adatta ad accogliere qualunque cosa possa fumare da dentro una bella tazza aumentate i minuti almeno a venticinque.

Ph Francesca Lucidi

RINGRAZIO MONICA per avermi dato la possibilità di leggere il suo bellissimo libro. Credo che molte parti le rileggerò più volte; le ricette verranno inserite nel mio quaderno personale degli intruglietti gustosi.

 

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venerdì 4 dicembre 2020

TRE ZAMPE

di

ANNALISA STRADA

Illustrazioni di Gregorio de Laurentis

DISABILITÀ E SUPERPOTERI, TRA DISEGNI ESILARANTI E PAROLE INDIMENTICABILI

Ph Francesca Lucidi

INTRODUZIONE

“UNO, DUE, TRE E QUATTRO CON UN GRAN RITMO.

HO PROVATO ANCH’IO. MI SONO IMPEGNATA.

UNO, DUE, TRE E… DOVE ERA FINITO IL QUATTRO?”

˜

Una dolcissima storia illustrata edita da Giunti Editore nel 2020; adatta ai bambini al di sopra dei sette anni.

Un piccolo libro, che con i suoi disegni simpaticissimi propone un messaggio enorme: questo non è un volume qualsiasi, qui abbiamo un SUPERLIBRO! Sui superpoteri. Pensate si parli di creature straordinarie, beh, un po' forse è vero, ma niente di fantascientifico: gatti, una famiglia, due cani attaccabrighe… e CIRCE!

Un nome assai importante, per chi? Per una gattina nata insieme ad altre tre sorelle. Dentro una piccola cesta colma di peli e amore, ecco che una piccola micia inizia la sua vita circondata da attenzioni particolari.

Attenzione! Qui tutti possono imparare cosa significa scoprire un superpotere, piccoli e grandi lettori. Non si tratta di avere qualcosa in più; già, Circe si accorge che non tutto va come dovrebbe andare, nel suo corpo. Ma essere super è qualcosa che viene da dentro. Disabilità, coraggio e simpatia: le tre guide che possono accompagnare chiunque a scoprire il mondo della diversità, delle difficoltà, della paura.

TRAMA, ANALISI E CONSIDERAZIONI

“E POI CI SONO IO!”

Circe si accorge subito che la mamma la lecca e la coccola di più, rispetto alle altre sorelle. Gli umani circondano la micia di altrettante attenzioni, accompagnando le carezze con frasi del tipo “Ma è normale?”, “Poverina!”. All’inizio non capiamo bene cosa possa avere Circe: il disegnatore è stato ben sapiente nel nascondere un piccolo particolare dalle varie inquadrature delle ciccette della gattina.

Bisogna presto lasciare il cesto! Fuori c’è un mondo da esplorare. Circe si accorge di essere più lenta delle sue sorelle, e resta sempre dietro… ma l’erba ha per lei l’inebriante profumo che ha per tutti.

A volte, una difficoltà è il motore che ci mette davanti a noi stessi, alle nostre debolezze, alle verità esteriori e interiori. Circe dovrà vedersela con Gogo, un barborcino scarsamente amichevole. Una corsa su un albero, una sorellina spaventata che la aspetta da sopra un ramo. Denti affilati da una parte, un tronco da scalare dall’altra, cosa succederà a Circe?

“DI NUOVO MI SONO ACCORTA CHE C’ERA QUALCOSA DI STRAVAGANTE: NON ANDAVO DRITTA E DOVEVO CONTINUAMENTE RIPRENDERE LA MIRA SULL’ALBERO.”

Nel momento di massima tensione credete che la micia si dia per vinta? Non esiste! Lì nascerà un SUPERGATTO.

Dall’alto due occhietti guardano in basso, sulla superficie riflettente di una pozzanghera:

“E SUL RAMO CHE SI SPECCHIAVA DI SOTTO C’ERA UN GATTO. ERO IO. UN SUPERGATTO A TRE ZAMPE!”

Tutto scorre veloce in questa parentesi di puro panico. Qualcuno potrebbe pensare che l’autoefficacia di Circe venga annientata da una scoperta così sconvolgente, e che non può fare altro che sentirsi spacciata: no!

“NON ERO DIVENTATA ALL’IMPROVVISO PIÙ CORAGGIOSA, ERO SOLO MOLTO ATTENTA A USARE BENE I MIEI POTERI”.

Da qui esplode la forza comunicativa di questa storia. Tutto appare molto reale e quotidiano: l’imbarazzo degli altri verso la diversità, tradotto in attenzioni maggiori che mettono forse anche un po' a disagio. Il confronto con le evidenti difficoltà oggettive nell’essere come gli altri, nel fare le cose allo stesso modo. L’amore fa molto, ma la comprensione e l’accettazione sono i veri miracoli per una vita piena anche se si nasce destinati al superpotere della resistenza, della resilienza e della caparbietà; vogliamo poi parlare dell’atteggiamento positivo e attivo di chi si sente di poter sempre agire nel contesto? Una variante ambientale (e di sfiga?) ci ha messo lo zampino? Ok, mettiamola a cuccia con le varianti decisionali di chi riesce a restare in equilibrio, e anche se non sta dritto è comunque equilibrato nel suo modo, con i suoi mezzi, con i suoi superpoteri.

Una gattina a tre zampe riesce a salvare la sorella perfettamente sana… e sappiate che le sfide non finiranno qui, anzi.

Mi butto a capofitto in questi volumi piccoli, semplici, ENORMI, sapete perché? Insegnano il tatto. Gli adulti sono contenitori strabordanti di regole, nozioni, aspettative e arrivismo. Vogliamo sembrare buoni, perfetti, infallibili. Non a caso i bambini riescono ad affrontare tutto molto meglio di noi. Loro sono pure antenne che recepiscono tutto, non hanno tanti filtri e, se non contiamo le influenze da parte degli adulti, riescono sempre a trovare un loro modo per fare le cose. Noi abbiamo mal di schiena appena alziamo una cassa di acqua, loro scavalcano lettini immensi o letti a castello giganti. Questo solo perché hanno articolazioni senza artrosi? No, i bambini sono “flessibili”, in tutto. La comunicazione indirizzata a loro è dritta, empatica, efficace e sincera. I libri per bambini sono più veritieri di tanti tomi che promettono risposte assolute.

Questo volume è assolutamente ben riuscito, come molti altri che sto leggendo in questo periodo. Anche io, come Circe, sto un po' sbandando… ma grazie alla rieducazione alla vita e alle emozioni che certe storie sanno regalare, voglio tornare ad essere abile per un invito su un letto a castello, da cui vedere il mondo con gli occhi puri e coraggiosi.

Questo è il senso della letteratura per l’infanzia, o per ragazzi, l’educazione. L’anagrafe non ci faccia arrivare il messaggio che siamo belli e finiti, fatti e pronti all’uso. Siamo esseri in continua evoluzione, e di tatto ne perdiamo spesso, con gli anni. Vi invito a cimentarvi in attività diverse, a confrontarvi con qualcosa che sia gioco, scoperta. Sappiamo affrontare la vita solo a calcoli e confusione, ma non è colpa nostra, non tutta.

Ricordiamoci che abbiamo il diritto a migliorare, a sognare… ad avere dei SUPERPOTERI, ed anche a saper parlare di diversità, disabilità, malattie, senza attingere da espressioni sciocche nate da un certo tipo di giornalismo sensazionalista, o da qualche sito di “frasi per ogni occasione”.

“SICCOME SONO UN SUPERGATTO, MENTRE ACCELERAVO CON LE MIE TRE ZAMPE IN VERSIONE TURBO, HO TROVATO PERSINO IL TEMPO DI FARE UN RAGIONAMENTO. GIÀ, PERCHÉ PER TUTTI NOI CHE SIAMO SUPER LA PAURA NON È UN FRENO, MA UNA MARCIA IN PIÙ PER FAR FUNZIONARE LA TESTA.”

Vi abbraccio.

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Grazie! 

sabato 21 novembre 2020

PER STRADE INCERTE AD INSEGUIRE UN SOGNO

 

 LA SILLOGE POETICA DI "SIRIUS"

TRA LUNA E STELLE, IL VIAGGIO DI UN'ANIMA INQUIETA

Ph Francesca Lucidi

COME NASCE “SIRIUS”

Qui abbiamo un “non nome” che è lontano dal solo celarsi dietro uno pseudonimo. Il poeta si spoglia dell’identità anagrafica, fisica e sociale per farsi incorporeo viaggiatore alla ricerca di una identità più vera e profonda. Nella purezza del non essere, per scelta, un uomo rinasce dalla sua stessa solitudine, guardandola in faccia, prendendola per mano in un percorso che vuole esplorare quella stessa condizione. Il moto è da subito irrequieto, come già dichiarato dalla “non biografia” che si fa, invece, manifesto poetico: una persona si ritrova sui social a condividere nell’anonimato i prodotti creativi di una mente sensibile, arrovellata, ma anche romantica. Da una pratica che scaturisce da una ricerca istintiva o pianificata di salvezza ecco che nasce un torrente di versi liberi che innalzano sulla realtà una voce che può essere la voce di tutti, perché senza nome o viso, ma che è anche estremamente personale. Essere Uno e ritrovarsi, essere TUTTO attraverso il potere catartico di una poesia dolcemente sofferta.

Più di settanta liriche autopubblicate, il fisico manifestarsi di un eco che ha trovato la sua ragion d’essere anche al di fuori dello stato psichico ed emozionale del creatore… Ecco, in un mondo che spesso tenta di trovare sul web delle risposte, spesso troppo facili, ancor più frequentemente sbagliate o plasmate per intenti malsani e utilitaristici, la poesia rivendica una moderna funzione empatica e accogliente: si può stare nell’inquietudine, si può voler desiderare un “ritorno”, si può trovare comprensione anche da chi non si conosce direttamente. Le poesie di Sirius sono il prodotto di una comunicazione interpersonale nata dal non essere, così in molti si sono riconosciuti; forse anche il poeta ha ritrovato un nuovo sé stesso. Tutto questo ha avuto luogo su un social media: è interessante avvertire una tale occorrenza antica adattarsi e rinnovarsi nella contemporaneità, riuscendo a confermare la propria forza e funzione. La creazione poetica è l’estasi dell’anima che si innalza sopra la realtà per vedere, riconoscere, nominare; onorare, distruggere e ricostruire il mondo, interiore ed esteriore. Una persona inizia a mettere la sua anima, o l’anima in generale come lui la può vedere o ricercare, in versi; pubblica il tutto su Instagram, altre persone vi ritrovano qualcosa che avevano dimenticato o di cui avevano bisogno. Il pubblico premia l’atto di coraggio di Sirius, ed ecco che nasce questo libro, che ho apprezzato e spero sia solo un primo barlume.

Nel buio una luce resiste solitaria, come Sirio la stella, la più luminosa… che spesso si mostra senza compagnia e diviene amica di uno sguardo che percorre il cielo in ricerca.

 Ora lo andremo a scoprire.

STRUTTURA E ANALISI GENERALE

Il volume ha un filo conduttore, anzi, dovrei dire un cono di luci e ombre che si apre al nostro passo a partire dalla copertina, illustrata da Nadia Marconi. La simbologia proposta sfrutta sensi digitali e analogici: c’è la donna come essere corporeo e carnale; le forme sono generose e voluttuose… ma perse in un tratteggio vago e simbolico che nell’uso del giallo va ad accumunare la figura femminile con la luna e le stelle. Un astro par brillare più degli altri, e probabilmente non è casuale che si stagli proprio a fianco del profilo femmineo. La grafica scarna e contemporanea del titolo richiama l’origine della raccolta: l’asettico mondo del web, qui divenuto un germe inaspettato di bellezza e comunione.

Il blu si staglia sullo sfondo: ecco la notte, il luogo privilegiato dove i simboli e i pensieri del poeta si sprigionano. La donna, la Musa, la Poesia, la Luna: tutto riunito in una presenza che si moltiplica nelle sue manifestazioni proiettate dall’inquieta, romantica, passionale e malinconica parola di Sirius.

Le liriche possono essere lette separatamente ma, a mio avviso, sono tappe di quella strada a cui il poeta ci invita. Tutto inizia con la Luna, una pallida compagna spesso “specchio di un’anima smarrita”: presenza che ricorre… e un primo sguardo in alto porta un viaggio che arriverà ad un “ritorno”. Per ritrovarsi ci si perde nello struggimento, nella passione, in una carnalità violenta che poi si accascia su inviti docili come un “sorridimi”; ricordi familiari e secche brevissime poesie che richiamano aforismi, haiku. È chiaro che seguire l’ordine delle poesie dà il ritmo al viaggio: stanchezza, euforia, dolore, rabbia, disagio e innalzamento panoramico e stordente.

Ph Francesca Lucidi

LE POESIE: UNO SGUARDO PIÙ DA VICINO CON CONSIDERAZIONI

“allora tu,

Luna,

nasci in me,

solitario specchio

della mia anima smarrita,

ebbra di ricordi andati

e di tenerezze regalate,

nell’infinita ricerca del noi.”

Questi alcuni versi del componimento di apertura. Subito la Luna, l’introduzione del cielo e dei suoi abitanti come specchio del poeta che inizia l’infinita “ricerca”.

Da LUNA, dopo poche pagine si passa ad un confronto potente tra sensualità e smarrimento: BELLA SEI TU e BUIO, mostrano due visioni messe vicine, esaltate nella loro diversità.

La donna, che è anche la poesia, perde corporeità per essere luce:

“Neri gli occhi tuoi,

due lucciole che danzano ritmando nella notte.

Scie luminose che tracciano la vita”.

Poi il turbine sensuale di fianchi sinuosi e desiderio adagiato su seni spesso evocati dal poeta, con concupiscenza e con la dolcezza di un abbraccio rassicurante, quasi materno. A “seni” viene associato “abbraccio”, due parole poste a fine verso.

Dalla bellezza si passa, nella successiva pagina, al BUIO:

“Volevo capire.

Ritrovarmi.

Rinascere.

Mi sono perso in un groviglio

di passioni.

Ho paura

del buio.”

Qui possiamo vedere un modo ripetuto all’interno del volume: alcune poesie sono lunghe, discorsive o dolci, dotate di ampio respiro e ricche di onnivora fame di immagini e sensi. Poi, arrivano le liriche strette, le frasi spezzate, i passi che arrancano in quel viaggio di ricerca. Si cede, a volte, persino a forme che evocano l’aforisma. L’uso dell’enjambement può ampliare un respiro già lungo e profondo o dare appena una boccata di ossigeno spasmodica a un ritmo chiuso.

Le poesie sono il poeta e il poeta si fonde nella sua poesia parlando solo con i suoi prodotti creativi. Non ci dice nulla della sua vita e del suo nome, ma ci fa entrare nel suo cielo e nella sua ricerca: siamo gli invitati increduli alla più antica forma di catarsi delle passioni, delle paure e dei significati dell’uomo.

A volte si cade in espressioni un po' ingenue di quella verve da adolescente maledetto che usa i termini “stupra” e “fotte”, ai modi delle migliori musiche alternative contemporanea. Fossimo stati nei primi anni Novanta forse questo tipo di versi avrebbero suscitato in me più effetto.

Evidentemente, anche Sirius, a un certo punto si interroga sul quotidiano e sullo stesso mezzo che ha reso possibile la diffusione dei suoi lavori:

“Non voglio più giocare.

Oblio di sensi.

Vite parallele.

Inganni e illusioni.”

Ogni tanto una figura dal passato, una madre, una nonna; si avverte un fanciullo che si manca e un ragazzo che gioca con le parole creando qualche componimento ancora acerbo, ancora da limare secondo la luce e non solo dal potere dei lombi creativi.

Egli stesso si dice: “Non è un bel penare/tornare a quel che è stato./Tutto finisce. Nulla ritorna.”

Ad attimi, Sirius pare conversare con la Provvisorietà, accettandola. I momenti alti avvengono quando il talento di questo Anonimo tormentato mostrano una caustica filosofia tra il fatalista, il decadente, l’esistenzialista:

 Resta però sempre un odore di leggera Speranza. Io l’ho avvertito e voi dovreste scovare ciò che vi ho accennato, procedendo autonomi nella lettura, nella scoperta di Sirius e nell’affiancamento a quella che egli stesso deve portare a termine.

Ho scovato persino la dolcezza della fiaba, in STELLA CADENTE.

La pubblicazione è stata una bella scoperta, consiglio solo di riguardare, la prossima volta, l’organizzazione editoriale: vi sono un po' di informazioni eccessivamente ripetute tra introduzione, notizie sull’autore e quarta di copertina.

Ringrazio Sirius per avermi dato la possibilità di leggere i suoi lavori. Ti auguro il meglio e devo dire che ho riletto più volte diversi tuoi versi… davvero belli, davvero talentuosi in una naturalezza che fa trasparire umile e sentita scelta di esprimersi solo per il cielo, la “musa”, e per l’autoscoperta che spero riesca a tener degnamente la mano alla tua irrequieta solitudine.

A voi resta dirigervi verso il RITORNO… ma dovrete far da voi.

 

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Grazie!